
Come sconfiggere il bullismo? Facendo vergognare i bulli, obbligandoli a riflettere sulla loro condizione e, soprattutto, sulle loro pessime e inqualificabili. La lezione di Luciano D’Agostino, ripresa da alcuni giornali, è fantastica. Anzi, di più, perché arriva dal nostro Canottaggio. Un ambiente pulito, purtroppo involontariamente al centro dell’attenzione sportiva nazionale per questioni di Anti-Doping. L’episodio (clicca qui), accaduto una ventina di giorni fa davanti al Liceo Vittorio Emanuele, merita di esser raccontato perché quello del quasi sedicenne Luciano, oltre che coraggioso, è un atto di profonda sensibilità e rispetto nei confronti delle Donne.
Poco importa se fossero o meno sue amiche ma oggi, dopo le tante banalità sentite sui festeggiamenti dell’8 marzo, è bene riflettere insieme su situazioni simili a quella vissuta dal vogatore partneopeo e dalle sue compagne quel sabato sera e capire di che razza di Società facciamo parte. Inutile parlare di parità di sessi quando una buona parte dei nostri giovani vive di prepotenza e arroganza infischiandosene dei principi di sana educazione (spesso e volentieri assieme ai loro genitori). Fortuna vuole che ragazzi come Luciano ci aiutano a vedere il mondo da un’altra prospettiva… Chissà cosa avranno provato quei 10, guardandosi allo specchio, una volta tornati a casa. Altro che il vecchio e decrepito Dorian Gray nella loro immagine riflessa…
Grazie alla collaborazione di coach Stefano Correale, ho la possibilità di sentire il vogatore della Canottieri Napoli. Mi sembra importante presentare a tutti i lettori di CanottaggioMania.
Luciano, ci vuoi raccontare bene l’episodio?
“Era un sabato sera come tutti gli altri. Io ero sceso con due mie compagne di scuola e stavamo camminando per fatti nostri. Verso le 23, mi allontano un attimo e quando torno trovo una decina di ragazzi che le importunano, le toccano e dicono cose abbastanza spinte. Con la massimo tranquillità e senza nemmeno usare un tono brusco, chiedo loro di finirla ma vengo all’improvviso circondato, buttato a terra e riempito di calci e pugni. Dopo circa due minuti se ne vanno e io sono costretto ad andare al pronto soccorso”.
Frattura composta del naso con una prognosi di 30 giorni.
“Non saprei dire cosa mi ha spinto ad intervenire per difendere le mie amiche. Credo di aver agito d’istinto. Ma quello di cui sono sicuro è di aver agito per paura: non per me ma per loro perché in quel momento avrebbero potuto far loro di tutto”.
Hai poi rivisto o sentito i 10 “coraggiosi”?
“No, preciso anche di non averli mai incontrati prima di allora”.
Parlaci di te. Come procede il tuo percorso scolastico?
“Frequento il secondo anno di Liceo Classico e vado bene, nonostante lo sport mi tolga un po’ di ore che potrei utilizzare per studiare. Ciò non mi dispiace affatto, anzi… Il Vittorio Emanuele II è tra i migliori di Napoli. Si trova in pieno centro storico, tra l’altro nemmeno tanto lontano da dove mi hanno aggredito…”
E alla Canottieri Napoli, invece?
“Il percorso remiero procede abbastanza bene. Nonostante i 30 giorni di prognosi, dopo solo 10 giorni ho ripreso ad allenarmi. Per prima cosa perché non riesco a stare troppo tempo senza fare niente e seconda, soprattutto, perché non volevo danneggiare i miei compagni di barca con un’assenza tanto lunga. La Canottieri Napoli è come una seconda casa per me”.
Perchè hai scelto il Canottaggio?
“Ho incominciato a praticare questo sport all’età di 9 anni. Ricordo che fin da piccolo ho provato piacere anche se ben non ricordo il motivo. Mi piace pensare che sia stato il canottaggio a scegliere me, e non il contrario”
La gara più bella?
“Una, sicuramente, molto bella è la finale dell’8+ Ragazzi ai Campionati Italiani dell’anno scorso, al termine della quale ci siamo laureati Campioni d’Italia”
Il tuo prossimo obiettivo?
“Vincere il titolo italiano nel 4 senza Ragazzi assieme ai miei compagni”
C’è un Canottiere, della nostra Nazionale o straniero, che ti piace particolarmente per l’esempio portato o per la fiducia che ti ispira?
“Ammiro molto l’atleta Eleonora De Paolis del para-rowing, mia compagna di squadra alla Canottieri Napoli, per tutto quello che riesce a fare nonostante le sue difficoltà”.
Infine, secondo te, quale messaggio, alla luce della tua vicenda, lanciare al mondo del Canottaggio?
“Personalmente penso che l’episodio accaduto testimoni come il Canottaggio, in misura maggiore o minore, contribuisca a formare i ragazzi: infatti credo che in questo episodio di aver dimostrato lo stesso “coraggio” che dimostro negli allenamenti o nelle gare”
Caro Luciano, uomini si diventa con le azioni , anche se giovanissimo hai dimostrato di esserlo, Bravo ricorda sempre i valori che lo sport e sicuramente i tuoi genitori ti hanno insegnato.
Prendila così, la sofferenza e il dolore che proverai in gara, quando gambe e braccia saranno cotte, sarà sempre meno del dolore che hai provato nello scontro.
Se non ricordo male nell’87 un grande atleta della canottieri Napoli ha subito una pesante aggressione…….poi ha vinto 2 ori olimpici…..
se ti ricapita, non andarci solo la prossima volta, questo te lo dico da padre. Purtroppo teste calde ce ne sono troppe in giro
ti auguro grandi successi nello sport e nella vita.