Nell’articolo di ieri, invitavo, dopo averne elogiato il comportamento da Padre e Campione, il Presidente assieme naturalmente al Consiglio Federale a riflettere attentamente sull’accaduto. Chiaramente l’obiettivo è evitare che casi del genere, tre controlli anti-doping saltati (indipendentemente dalle attenuanti), si possano ripetere ancora. Due pareri, certamente più illustri del mio, oggi confortano questa tesi.
Augurandosi, come tutti noi, che questa storia finisca per il meglio, Gian Piero Galeazzi, in collegamento con RaiSport, sostiene che se Vincenzo ha saltato il controllo anti-doping il “per un fatto di irresponsabilità o immaturità ciò comporta responsabilità anche del settore e dell’ambiente che gli stava vicino”.
Nell’editoriale pubblicato dalla Gazzetta dello Sport (“Pasticcio Abbagnale. Troppe domande” clicca qui), alle 17:45 di oggi non presente nella rassegna stampa federale, il caporedattore Fausto Narducci prima esprime solidarietà a Giuseppe Abbagnale e poi, rivolgendosi a lui nelle vesti di Presidente, pone alcune precise domande. Tra queste, in sintesi: perché la Federazione non si è preparata alla situazione e non ha preso adeguate contromisure dopo la seconda ammonizione rimediata da Vincenzo, perché prima la giustificazione del traffico e poi dell’incidente, perché sono passati 9 giorni dalla leale ma doverosa denuncia (che prima o poi sarebbe comunque venuta fuori indipendentemente dalla trasparenza).
Una mancata o incompleta risposta al primo dei tre interrogativi fa pensare che in futuro, di fronte a casi simili, la FIC potrebbe esser di nuovo spiazzata con danni per la sua, nostra, immagine ancor più grandi rispetto a quelli procurati da questa vicenda.