Capelli rossi, la R fine e moscia, la voglia di dire sempre la sua (buona o cattiva che fosse) con sincerità e senza ipocrisie. Buona statura, ma anche volontà di impegnarsi negli allenamenti e nelle gare. Guai a toccargli le sue due grandi passioni. Il Canottaggio (qui sempre d’accordo) e il Genoa (qui… un pochino meno!).
Ricordo Gianfranco, per tutti semplicemente Gian, e i suoi vivaci, primissimi, battiti d’ala alla Canottieri Sampierdarenesi, in arrivo dall’Elpis Genova dove poi avrebbe fatto ritorno alcuni anni dopo. 2001 o 2002, suppergiù. Io tra i “grandi” (solo d’età, naturalmente) e lui tra i “piccoli”. Non sempre vigeva la suddivisione per età, pur se Bruno Catasta seguiva dalla categoria Ragazzi in su ed Edoardo Greppi dai Cadetti in giù. Spesso e volentieri si correva assieme, così i più sviluppati (Gian era tra quelli) partecipavano anch’essi alle prime sedute di pesi sotto l’attento sguardo di Gianluigi Rodrigo e in autunno- inverno, in preparazione per gli appuntamenti agonistici primaverili, ogni sabato pomeriggio, alle 14:30-15, si usciva tutti quanti assieme. Far parte dei Samp: che strana cosa, davvero, per lui rossoblù e genoano dalla testa ai piedi!
Gianfranco Augugliaro, dopo un quarto posto ai Campionati Italiani Ragazzi 2005 di Gavirate nel 4 di coppia e la partecipazione a numerosi Meeting di Piediluco, passerà nel 2007 al Rowing Club Genovese (finalista nel 4 senza Junior ai Tricolori) e l’anno successivo all’Elpis Genova, per un triennio, conquistando il bronzo ai Tricolori Coastal Rowing di Santa Margherita Ligure.
Poi l’inizio di un calvario: la perdita della mamma, la malattia gravissima e la morte avvenuta la notte scorsa all’età di soli 26 anni. Soffriva moltissimo e condivideva il dolore con l’amata Barbara, il papà Gianni e gli amici: i rossoblù della Nord e naturalmente i canottieri, compagni di viaggio per un decennio che mai lo dimenticheranno .
Ciao, Gian!
A volte la vita ci stupisce e ci lascia attoniti e sgomenti. Lo avevo perso di vista da tempo, da quando aveva lasciato i colori rossoneri, cionondimeno ricordo molto bene lui e i suoi genitori, la loro passione per il canottaggio, presenti ad ogni gara, piccola o grande che fosse, la dedizione di Gianfranco, il gruppo vivace e spensierato di cui faceva parte. Difficile accettare che la sorte si sia accanita così caparbiamente contro un giovane: prima la morte della mamma così adorata, poi la malattia ed ora questo epilogo. A ventisei anni è troppo presto per accomiatarsi, ma anche questo fa parte della vita e dobbiamo accettarne il responso. Ci è concesso solo di osservare un rispettoso silenzio e di ricordarlo con immutato affetto.
Mi unisco al vostro cordoglio.
……………questa mattina ho partecipato come tanti altri “canottieri” al funerale di Gian..Non ti dico lo strazio dentro….stasera mi incomincia un pò a passare.Sono andato a rivedere tutte le foto che tante persone hanno pubblicato,non ultima quella dell’otto Esperia nella gara di fondo di Torino.e mi veniva in mente l’articolo che hai fatto ieri.
Mi sento di ringraziarti perchè hai fatto un quadro rispettoso, delicato, secondo me sincero per un ragazzo che ha praticato il nostro sport anche senza ottenere risultati eccezzionali ma sempre con la voglia di stare insieme.
Anche se tratti molto bene notizie nazionali e internazionali di squadre olimpiche sei sempre come quel ragazzo che in quinta liceo mi diceva che avrebbe voluto fare il giornalista.. walter bagliano