Una grande Donna per le nostre Donne

Paola Grizzetti
Paola Grizzetti

Domani, nell’inedita location di Formia scelta anche come sede del raduno del Progetto Talenti, si svolgerà il primo Consiglio Federale post Aiguebelette.  Ci saranno anche il DT Giuseppe La Mura ed il coordinatore Franco Cattaneo per analizzare il Mondiale da poco concluso e gettare le basi per l’imminente stagione olimpica. Secondo Piano Operativo, azzurri (e azzurre?) a Rio de Janeiro dal 5 al 18 ottobre per testare il bacino del Lago Rodrigo de Freitas.
Intanto Giuseppe Abbagnale, oggi nell’intervista a TuttoSport (clicca qui) rilasciata durante la sua permanenza a Expo, parla di “buona prestazione di squadra”, nel complesso, e “timida soddisfazione”. Per questa volta, non commento il suo commento (che del resto, scusate il gioco di parole, si commenta da solo) ma mi chiedo soltanto come si faccia, nel giro di soli 10 giorni, prima a definire il settore femminile “una questione urgente da affrontare” e poi, invece, ad aggrapparsi al Direttore Tecnico e alla sua teoria sulla mancata qualificazione di barche femminili dovuta esclusivamente ad alcuni infortuni.

Domani la questione Donne sarà al centro dell’attenzione del Consiglio Federale. L’uscita di scena di Claudio Romagnoli, dopo l’annuncio di dimissioni alle ragazze durante il Mondiale, è data per certa vista anche l’irritazione di Abbagnale e di buona parte del Consiglio Federale. Quel che c’è da non augurarsi, intanto, è che le Donne vengano “assorbite” dai vari settori maschili perché in tal caso, indipendentemente da ciò che accadrà alle prossime qualificazioni di Lucerna, il settore femminile all’interno della Federazione Italiana Canottaggio non esisterebbe più.

La scossa probabilmente serve (anche se resta il problema di un sistema da cambiare, ovviamente) ed allora, nell’immediato, bisogna puntare su una figura che ben conosce sia il canottaggio femminile sia ciò di cui hanno bisogno le nostre ragazze per poter crescere ed esprimersi nelle migliori condizioni. Chi ha già affrontato i loro stessi problemi in passato. Chi, senza alcun tipo di problema di seggiolini da scaldare, è disposto a lottare per loro. Chi saprebbe quali tasti toccare per motivarle in funzione dell’obiettivo. E chi meglio di una Donna per le nostre Donne? Abbagnale e La Mura ben conoscono Paola Grizzetti e le sue qualità. Sotto la loro precedente gestione (presidente Romanini), nel 2002, l’allenatrice di Gavirate venne chiamata ad avviare il settore del Para-Rowing all’interno della Federazione con risultati davvero ragguardevoli come l’oro del 4 con alle Paralimpiadi di Pechino. Paola, negli anni Ottanta, è stata una delle bravissime interpreti della nostra disciplina con il raggiungimento della finale, nel 4 di coppia, alle Olimpiadi di Los Angeles.

Certo, è ancora fresca la ferita di tre anni fa con la mancata riconferma in Nazionale ma Grizzetti, da anni operante anche all’interno della FISA, è persona di valori che non porta rancore. Il problema più grande, naturalmente, sarebbe dover interrompere lo straordinario lavoro svolto, fin qui, con Israele e culminato nella conquista dell’oro nel singolo femminile e la qualificazione alle Paralimpiadi del doppio. Ma chiamata, anzi richiamata, dalla Patria, Paola ci penserebbe moltissimo prima eventualmente di rifiutare e perdere questa chance di provare a restituire la giusta dignità al Canottaggio Femminile. Presidente e DT, che ne dite?

5 pensieri riguardo “Una grande Donna per le nostre Donne”

  1. Fossi in Paola Grizzetti resterei in Israele. Primo per senso di responsabilità. Secondo rischia di vedere i suoi equipaggi attuali molto protagonisti a Rio. Terzo ritorna in Italia come soluzione di ripiego, in un ambiente ostile e con la responsabilità di portare i risulati in un anno solo.
    Ma è una mia opinione, magari tornerebbe di corsa.
    Il problema grosso è che manca meno di un anno.
    Personalmente farei seguire le ragazze a chi meglio le conosce insieme a chi piu ha lavorato con le donne negli ultimi anni.
    Parlo, e ce ne sono sicuramente molti altri, di Fraquelli, Tabacco, Vitale.
    Chiederei collaborazione alla Orzan. Carisma e capacità gestionali sarebbero utili.
    Creerei un team ad hoc che in poco tempo riesca ad ottenere il meglio dalle nostre atlete. Anche facendole fare un allenamento separato dal resto della Nazionale. Io proverei a personalizzare il settore.
    Poi è una questione di obiettivi. Se negli uomini da ogni barca qualificata ci aspettiamo possa prendere la medaglia, nelle donne qual’è l’obiettivo? Solo qualificare? Per fare, scrivere la storia del remo rosa? Allora largo agli esperimenti. A partire nella gestione della ragazze.
    L’es. lo abbiamo avuto a Londra. Il 2- si qualifica allenandosi a casa e poi arriva ultimo ai Giochi seguito dalla FIC. Con Josy. Non La Mura. I risultati non cambiano mi sembra. Allora sperimentare. Male che vada restiamo cosi, bene che vada potremmo continuare sulla strada trovata.

    Sul lungo periodo invece darei fiducia a Romagnoli, visto l’ottmo Mondiale Junior. Abbiamo un 8+ femminile medagliato. Da li lo farei continuare a lavorare.

    Sono idee sia chiaro. Come sempre solo per condividere riflessioni.

  2. Apprezzo il tuo lavoro anche perché tra la massima esaltazione degli articoli pubblicati su canottaggio.org e il tuo modo distruttivo di commentare …. si stabilisce la media che potrebbe rappresentare una quasi verità. In un articolo commenti che la responsabilità della mancata qualificazione femminile non è da attribuire a romagnoli, qui sembra invece il contrario . Ho trovato la scelta di Romagnoli elegante e corretta … molto di piu’ di chi invece fallisce e si nasconde dietro un dito o false dichiarazioni. La problematica femminile ( se cos’ la vogliamo definire) non credo possa essere risolta affidando il settore ad altri/e senza modificare i metodi , le maniere, i tempi. Il canottaggio è uno sport progettato per gli uomini che non accettano le donne …questa è la tragica verità …ricordarsi del settore femminile in sporadiche occasioni..è umiliante e sconvolgente –
    Bravo Romagnoli …hai dimostrato dignità…..!!!

  3. x Edoardo – Ottima idea anche la richiesta di collaborazione alla Orzan. I tecnici da te proposti sono tutti, anche da me, apprezzati e stimati. Paola, per le ragioni sopra esposte, mi sembra, in questo particolare momento storico, avere qualcosa in più da proporre alle nostre ragazze. Poi, chiaramente (rispondo anche a Marco Bovo intervenuto su FB) è evidente che non la si potrà giudicare nell’arco dell’intera stagione ma forte potrebbe già essere l’impronta per proseguire nel migliore dei modi nel prossimo quadriennio. Con questa o un’altra gestione, naturalmente. Ma intanto eviterei soluzioni del tipo “traghettatore”, “interim” o via dicendo che oggi come oggi non darebbero la spinta di cui la squadra femminile ha, a mio avviso, bisogno.

    x Luciana – Distruttivo? A volte parecchio duro, anche indigesto, ma, nel dire sempre ciò che penso, mi piace riconoscere anche i meriti (vedi ultimo articolo a commento dell’intervento del DT) dei protagonisti delle nostre vicende. Su Romagnoli, io qui procedo sulla stessa strada del precedente editoriale. Avrà senz’altro le sue colpe ma certamente non quelle più gravi ricollegabili a un sistema, a mio avviso, che non valorizza e non mette le nostre Donne in condizioni di esprimere il loro meglio. Qualcuno lo critica per la tempistica, a Mondiale non ancora concluso (ma a livello olimpico ormai non c’era più nessun pass da raggiungere) ma per me, parlando con la squadra, ha avuto la forza di ammettere il proprio limite in maniera trasparente e onesta. Era meglio stare in silenzio, al riparo quindi, lasciando passare i giorni e attendere protezione dall’alto?

  4. io spero che nel settore femminile qualcosa si possa ancora fare, o perlomeno tentare, però devono avere il coraggio di riattribuire una autonomia assoluta al settore.
    E’ vero che i tuttologi in Italia vanno alla grande, ma penso che il presidente debba avere la determinazione di non tornare indietro, in quanto a mio avviso nuocerebbe al canottaggio femminile!
    Un consiglio banalmente semplice sarebbe quello di affidare l’incarico al migliore disponibile specificatamente in campo femminile, come potrebbe essere Paola, compatibilmente alle richieste economiche (ahimè sempre determinanti, giustamente) e ovviamente alla difficoltà di trovare chi si assuma tale onere un anno prima dell’olimpiade; l’alternativa a mio avviso è quella di riaffidare l’incarico a Claudio Romagnoli, ma in entrambe i casi con piena autonomia di scelta, di programma e di logistica. Un’altra cosa, un’altro settore, altre competenze, altra dignità.
    Poi, ormai, peggio di come è andata quest’anno non può andare e quindi, il futuro può forse riservare ancora qualche sprazzo di luce o addirittura qualcosa di più inaspettato, come è stato l’europeo vinto nel 2012 dal 2XWLW, al termine dell’attività di Josi in Italia, seppure fuori tempo massimo rispetto alle olimpiadi.
    Speriamo tutti che una luce si riaccenda prima della qualificazione.

  5. Personalmente ritengo la scelta di Paola la cosa giusta da fare. Forse pecco di ingenuità ma non vedo incompatibilità tra il settore adaptive di Israele e il settore olimpico femminile italiano. Certamente un super lavoro ma tutti conosciamo le capacità di paola di fronte alle sfide.

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