L’otto Junior visto dal Capovoga: Neri Muccini

Neri Muccini
Neri Muccini

Ci sono cose che non puoi vedere con gli occhi: devi vederle con il cuore e questo non è facile. La finale del nostro otto Junior assomiglia al Delfino raccontato dallo scrittore australiano, di origini peruviane, Sergio Bambarén. Un solo centesimo ha impedito alla nostra Ammiraglia, quest’anno giovanissima (metà barca categoria Ragazzi), di confermarsi, per il terzo anno di fila, campione del mondo. Ma, come già detto, statistica e sostanza sono materie diverse. Un quinto di pallina non modifica la sostanza di una prestazione superba. Un feeling speciale tra nove atleti, raccontato in questo dialogo dal quasi diciassettenne capovoga fiorentino Neri Muccini. Un grande cuore, appunto, e solo con il cuore, in questo caso il nostro, possiamo provare a capire quanto da loro provato in quegli ultimi metri della finale quando è iniziata la loro scalata. Già, ma il monte non era il Mondiale Junior di Trakai bensì il sogno di essere per molte stagioni protagonisti in maglia azzurra.  

Neri, ma un mese prima del Mondiale davvero ti aspettavi di poter vivere un’emozione simile? Quali erano gli obiettivi alla vigilia?
“Un mese prima del Mondiale, sentivo già la tensione… Non tanto per l’impegno che mi aspettava, ma perché le aspettative per questa barca erano davvero tante! In più, come stimolo, io e Leo avevamo in mente di far vedere ai nostri compagni Zileri e Nannini che anche noi eravamo all’altezza di quella barca”.

Che effetto ti ha fatto gareggiare al Mondiale da capovoga con, al secondo carrello, il tuo carissimo amico Leonardo Pietra Caprina?
“È stata l’emozione più bella della mia vita, sapere che dietro a me c’era Leo, perché mi trasmette una sicurezza che non ho mai trovato in nessuno. E sapevo che era l’unico in grado di riuscire a farmi esprimere al meglio!”. 

canottaggiomania_Trakai_otto_medagliaEd i tuoi altri sette compagni d’avventura? Aiuta i lettori di CanottaggioMania a inquadrare bene anche loro!
“Tettamanti è un ragazzo fantastico, siamo diventati un bel gruppo principalmente grazie a lui che diceva tutto senza peli sulla lingua! E poi mi ha fatto il mohicano per il Mondiale! Serralunga, compagno di stanza sempre pronto a ridere e scherzare ma quando metti piede in barca cambia volto e si trasforma in una persona che ti fa lavorare metro su metro. Fiume, uno dei giovanissimi dell’otto, ci ha fatto morire dalle risate per tutto il raduno! Un cavallo di razza. Piffaretti, uno dei miei più grandi amici: con lui siamo riusciti veramente a diventare un equipaggio con la E maiuscola! Nei momenti di bisogno era sempre li a dirti cosa fare e in barca sempre l’ultimo a smettere di tirare. Gerosa, supercompagno di camera al raduno: ci siamo spezzati di risate e mi ha aiutato tantissimo negli allenamenti perché chiedevo sempre a lui come sentiva la barca e sapevo che sarebbe stato sincero. Maestrale, un giocherellone durante il raduno: nelle ultime settimane si è trasformato e ogni giorno era sempre più serio e preoccupato per la barca. Rocek, posso dire di averlo cresciuto io! É stato bravissimo anche se ogni tanto si scordava di prendere i tempi nei passaggi intermedi!”.

Cosa si pensa quando si è a lottare, a pochi metri dal traguardo, per un titolo mondiale?
“Quando sei li che te la giochi per un centesimo, non pensi alla fatica ma che a tutti i costi vuoi mettere la pallina davanti! Sarà per un’altra volta!”.

A mente fredda, è più il rammarico per il centesimo mancante o, come penso io, la gioia per un traguardo difficilissimo da raggiungere con una barca così giovane?
“Personalmente sono soddisfattissimo del risultato ottenuto ma riflettendo dopo capisci che un centesimo non è nulla! E che la palata dopo eravamo davanti noi è un dato di fatto”.

Per te, un buon capovoga quali caratteristiche deve avere?
“Deve tenere il gruppo unito e scherzare nei momenti giusti! Determinato e agire per il bene della barca e come dice Gerry ” Mettimi comodo che devo tirare io!!”

canottaggiomania_muccini_pietracaprinaFai parte di un team molto affiatato come la Canottieri Firenze: quali analogie hai trovato in Nazionale rispetto all’ambiente societario?
“C’è sempre stata voglia di lavorare, come in squadra a Firenze, incentivati soprattutto dal voler raggiungere un risultato prestigioso. Per me è stato un raduno divertente e non l’ho ritenuto stressante come magari altri lo hanno definito”

Mi fai il nome di tre canottieri, italiani o stranieri, che rappresentano per te punti di riferimento?
“Giuseppe Vicino, Pietro Zileri e Stefano Oppo”

Rio de Janeiro è probabilmente troppo vicina, ma per andare a Tokyo 2020 cosa saresti disposto a fare?
“Ancora non ci avevo pensato, sai? Non ne ho idea, tutto verrà a suo tempo. Intanto godiamoci gli anni da Junior che sono pochi”. 

Neri Muccini, fuori dal canottaggio, che tipo è e quali sono le sue passioni?
“Mi piace divertirmi con i miei compagni di squadra,anche durante.gli allenamenti perché no!! Una delle mie passioni è andare in bici! Mi piace! E poi parlare con i miei amici e cercare di aiutarli, in particolare Matteo Pola e Leo!”

2 pensieri riguardo “L’otto Junior visto dal Capovoga: Neri Muccini”

  1. Una delle fissazioni mie e di Mario Bovo, quando dirigevamo il canottaggio della Marina, era quella di preparare e presentare alle massime manifestazioni nazionali un otto. Credo ancora che l’ambizione della Federazione debba essere quella di preparare e presentare un otto fuoriscalmo italiano alle maggiori rassegne internazionali dl canottaggio. Condivido in pieno il discorso di Neri Muccini augurando affettuosamente la vittoria a lui ed al suo equipaggio

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