
Dopo sei anni, dopo la finale raggiunta ai Mondiali Junior nel quattro senza, nel 2013 Sabrina Noseda (Canottieri Lario) ritorna alla vogata di punta. A Chungju, la attendono sia il quattro senza che l’otto. Due sfide difficili, due momenti di verifica per lei e le sue compagne dopo il primo anno di una nuova gestione tecnica. Con Sabrina, iridata tre anni fa nel quattro di coppia PL Under 23, spaziamo dal lavoro condotto a Piediluco al contributo dei tecnici federali passando per il ruolo della famiglia e del suo ragazzo Livio La Padula in questo momento di rilancio nell’attività di vertice dopo un anno di assenza dalla scena internazionale.
Sabri, per un ex PL affrontare il Mondiale di Chungju nel quattro senza e nell’otto è un impegno gravoso, piacevole o… tutti e due?
“Affrontare il Mondiale in Corea su ben due barche Senior è, oltre che un onore, anche un piacevole impegno che mi fa capire che, nonostante io non sia la “più forte” tra le Senior, gli allenatori ripongono comunque tanta fiducia in me e questo mi stimola per impegnarmi sempre di più ed allenarmi meglio”.
Hai vinto un titolo mondiale Under 23 nella coppia leggera, il passaggio alla punta pesante è stato traumatico oppure no?
“Il passaggio alla punta non è stato traumatico, anche perché, se ricordi, già da Junior avevo disputato il Mondiale a Pechino sul quattro senza… È stato più traumatico il cambio di programma d’allenamento che però anche se molto più faticoso sta dando i suoi frutti”
Quattro senza ed otto. Mi presenti questi due equipaggi e le tue compagne di squadra?
“Il quattro senza è formato da me a capovoga, Vannucci e Bellio entrambe alle prime esperienze iridate come centro barca e Basadonna, con la quale avevo già gareggiato a Pechino e alle Universiadi, al numero 4. Con le ragazze mi trovo molto bene e, anche se la composizione del quattro senza è stata definita all’ultimo, siamo cariche e pronte per esprimerci al meglio e portare il miglior risultato possibile.. L’otto e’ composto da noi quattro più il due senza di Arcangiolini e Marzari insieme anche a Menegatti e Faggin.. L’ otto è una gara difficile e le avversarie sono toste. Faremo quello che tutto ciò che è nelle nostre possibilità”.
Sai bene che il gap rispetto alle tradizionali potenze femminile è sempre considerevole: 6 quattro senza e 9 otto, il vostro obiettivo qual è?
“Il nostro obiettivo nell’otto è sicuramente raggiungere la finale mentre nel 4 senza, te lo ripeto, è fare del nostro meglio considerando che non sappiamo il valore delle nostre avversarie e nemmeno il nostro. Vedremo”.
Claudio Romagnoli e Massimo Casula. Gli uomini giusti per le nostre donne? Se si, per quale motivo?
“Claudio e Massimo? Penso siano l’accoppiata perfetta. Il primo tenero e premuroso, il secondo preciso ed autorevole. Non è la prima volta che lavoro con loro e si sta instaurando un bel rapporto tra atlete ed allenatori sempre con il massimo rispetto”.
Tuo padre Davide allena, tu e tua sorella Arianna remate. Arriva anche dalla famiglia la spinta a impegnarsi nel canottaggio femminile d’alto livello?
“Ovviamente mio padre mi ha sempre spinto ed incoraggiato, soprattutto a fare la senior vedendo il sacrificio che facevo da PL, e sono sicura che è sempre molto fiero di me per questo. Ovviamente mi incoraggia anche in altri campi come lo studio e l’educazione: sia lui che la mamma sono sempre sui campi di gara a tifare per le proprie bambine. Ho poi un’altra sorella che ha smesso di remare dopodiché è stata sfrattata da casa… Scherzo ovviamente”
Ci si può abituare, pur vivendo a Como ed essersi allenata per quattro anni a Varese, a un luogo ameno come Piediluco?
“Piediluco è un paesino molto rilassante, per cui penso che sia il luogo adatto per remare e riposare. A Varese stavo bene proprio perché ero più vicino a casa ma non disprezzo per nulla Piediluco. Anzi, ci tengo a ringraziare l’albero ristorante Eco (Cristian Alberto Alessandra e tutto il resto della famiglia) per l’ospitalità e la disponibilità. Grazie di cuore”
E condividere buona parte dei raduni con il proprio fidanzato, Livio La Padula, è stato, in qualche modo, importante per te o ininfluente?
“Condividere questa esperienza con Livio è stato uno stimolo in più per non mollare anche nei momenti difficili.. A lui devo tanto ma questo lo sa già”.