Le prime fatiche di Rambo

Luca Rambaldi
Luca Rambaldi

Il College Remiero di Piediluco, casa sua per 330-340 giorni all’anno. Il passaggio dalla categoria Junior a Senior, saltando di fatto l’Under 23. Le prime esperienze assolute, dagli Europei alla Coppa del Mondo, con il Mondiale di Chungju alle porte. Il ferrarese Luca Rambaldi (Can. Padova), campione mondiale Junior, ci porta a bordo del suo quattro di coppia dove, a partire dal 25 agosto, in gara condividerà la fatica con i finanzieri Simone Venier, Gabriele Cagna e Domenico Montrone. 

Rambo, il 25 agosto scatterà il tuo primo Mondiale Assoluto. E’ stato traumatico il passaggio dalla categoria Junior saltando, di fatto, l’Under 23? Ma, soprattutto, spiegaci come hai potuto saltare da Siviglia a Lucerna passando indenne anche gli esami di maturità.
“Appena ho ricominciato il College, lo scorso autunno, avevo l’obiettivo di allenarmi forte per diventare il punto fermo di un buon doppio o quattro di coppia Under 23. Il caso ha voluto che i miei valori rientrassero anche tra quelli della categoria Senior. Raduno dopo raduno, una Trio dopo l’altra, una selezione dopo l’altra, mi sono guadagnato il posto sul quattro di coppia Senior prima a Siviglia, poi a Lucerna e ora a Chungju. Il passaggio di categoria, dall’alto livello giovanile all’alto livello Senior, non è stato particolarmente traumatico. Ho dovuto cambiare mentalità e approccio al lavoro quotidiano, anche perché in concomitanza con gare e raduni avevo gli esami di maturità. La mia intenzione era di uscire da Ragioneria anche solo con un 60. In realtà, i professori mi volevano molto bene e così sono uscito con 80…”. 

Senza il College, la gavetta di Luca Rambaldi sarebbe stata così breve? Quali sono le cose più importanti apprese tramite il College?
“Senza il College non credo proprio che ora sarei qua anche se la permanenza a Piediluco non è stata proprio facile. Il College mi ha dato ottimi mezzi per allenarmi e per migliorarmi, soprattutto mi ha insegnato a conoscere me stesso, le mie possibilità, gli effetti dell’allenamento e soprattutto cosa necessito per migliorarmi”.

canottaggiomania_Siviglia_4coppia_medagliaSei ancora un teenager ma negli ultimi tre anni hai trascorso 330 su 365 giorni a Piediluco. Più dolorosa la lontananza da casa (ti manca Ferrara?) o essere in un posto dove è difficile avere una vita sociale extra canottaggio?
“Negli ultimi tre anni ho trascorso davvero pochi giorni a Ferrara, specialmente quest’anno in cui sono arrivato a stare lontano da casa per circa 330-340 giorni… Sinceramente non sento troppo la mancanza di Ferrara, a me poco importa dove sono perché l’importante è sentirsi bene. Però a Piediluco la vita sociale extra canottaggio non esiste, perché gli orari di allenamento e i collegamenti con Terni non permettono di avere una vita al di fuori del Centro Nazionale per allenarsi e dell’hotel per mangiare dormire e studiare”

Agostino Abbagnale, Claudio Romagnoli, Franco Cattaneo: ognuno di loro ha contribuito alla tua crescita. In che modo?
“Agostino Abbagnale ha contribuito alla mia crescita facendomi capire che il talento è importante ma il lavoro lo è ancora di più. Claudio Romagnoli mi ha dato grandi  responsabilità, ovvero assegnarmi il quattro di coppia Junior per portarlo a vincere dopo vari anni che non ci si riusciva ma si sfiorava sempre il metallo più prezioso. Franco Cattaneo ha creduto in me, poiché ha subito visto buone potenzialità”.

2013. La finale degli Europei è stata esaltante, l’esperienza in Coppa del Mondo deludente. Cosa dobbiamo aspettarci dal nuovo quattro di coppia per i Mondiali?
“La finale degli Europei è stata molto avvincente! Quando mi capita di rivedere la gara penso sempre “questa volta ce la facciamo a riprendere i polacchi!!”. Invece arriviamo sempre terzi per pochi centesimi. E’ stata davvero una bella esperienza, l’esatto opposto di Lucerna, gara non da dimenticare ma da cui imparare.  Con il nuovo quattro di coppia, abbiamo lavorato bene a Piediluco, sappiamo bene come e quanto abbiamo lavorato. Abbiamo avuto dei buoni riscontri rispetto agli altri equipaggi in raduno e sappiamo cosa possiamo fare. E’ un quattro di coppia giovane, anche al di fuori dell’età, proprio a livello di mentalità. Non remiamo e ci alleniamo perché è il nostro lavoro, ma perché vogliamo andar più forte degli altri”.

canottaggiomania_Rambaldi_quattrocoppiaJuniorE dal successo iridato del 2012 cosa puoi trarre e cosa ricordi?
“Il successo iridato dell’anno scorso mi ha caricato in maniera positiva, dandomi più forza e sicurezza in me stesso, aiutandomi a superare le difficoltà che si incontrano durante un inverno di duri allenamenti. Di quel giorno ricordo che la finale è stata rimandata di ben 5 ore quando già eravamo pronti ai blocchi di partenza. Siamo scesi in barca per vincere, qualsiasi gradino sul podio che non fosse il più alto non era accettabile. Eravamo uniti, allenati e determinati, ciò ci ha contraddistinto. Della gara in sé ricordo solo che fino ai mille metri eravamo secondi o forse terzi, abbiamo aspettato che gli altri equipaggi facessero l’attacco centrale e quando ho visto sull’acqua l’ombra del ponte, ai mille metri, ho chiamato il via, fino alla fine! E poi lo sfogo finale”.

Ti ricordi quando qualcuno ti asciugò le lacrime a Eton quando, convinti di vincer il Mondiale Junior, arrivò l’argento? Una delusione può esser l’anticamera di un successo o di un buon risultato?
“Chungju è il mio terzo mondiale. Il primo è stato Eton 2011 quando in finale qualcosa andò storto e arrivammo solo a prendere l’argento. E’ vero, me la presi parecchio, poiché le aspettative erano decisamente maggiori. Fu proprio lì che quel qualcuno che tu ben conosci mi abbracciò e  aiutò a comprendere che il risultato ottenuto era lo stesso di grande rilievo e che quell’argento mi sarebbe stato di stimolo per risultati futuri”.

Foto Detlev Seyb e Mimmo Perna

1 commento su “Le prime fatiche di Rambo”

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