La cara Lucerna in numeri

canottaggiomania_pagellaNonostante sia reduce dal terribile “fundus”, una tortura per i miei occhi a opera della sempre gentile dottoressa Elia Giovanna Marini, questa sera non vengo meno al dovere di compilare la pagella degli equipaggi impegnati in Coppa del Mondo a Lucerna. Partiamo, come sempre, dai medagliati e poi, domani, esamineremo le altre barche azzurre. 

canottaggiomania_doppioPL_Sanca_Milani_2Doppio Pesi Leggeri femminile (Laura Milani, Elisabetta Sancassani) – A gonfie vele verso la Corea del Sud. A Chung-Ju saranno l’equipaggio da battere. E’ un carico di responsabilità importante, un carico che però non spaventa due atlete che sanno leggere ogni gara in maniera intelligente ben distribuendo le proprie energie.  La sintonia è la loro arma in più, anzi un muro contro cui le avversarie sono ripetutamente. Messe insieme da Josy Verdonkschot agli Europei di Varese 2012, per la prima autorevole vittoria, hanno brillato prima a Siviglia e poi, lo scorso week end, a Lucerna. Sotto l’attenta guida di Claudio Romagnoli, sono cresciute molto ed adesso puntano molto lontano. Dove? Sicuramente oltre il Mondiale. Riconfermiamo il voto degli Europei, perché anche Lucerna è stata una tappa “storica” del loro cammino. Voto 10. 

Due senza Maschile (Marco Di Costanzo, Matteo Castaldo) – Nuovo capitolo del libro dei nostri Matador. Il titolo è “L’incontro con i marziani”. Murray e Bond non conoscevano i due canottieri partenopei ma adesso inizieranno a prendere accurate informazioni su di loro. Marco e Matteo gli hanno fatto compagnia sul podio, collocandosi alla loro sinistra, al termine di un nuovo capolavoro. Hanno vinto la finale dei “normali”, arrivando a meno di sei secondi dai campioni mondiali ed olimpici, mai battuti in questi ultimi cinque anni. Dopo Europei e GdM, il battesimo nel Tempio di Lucerna e  l’ingresso  nel “canottaggio dei grandi” non poteva esser più felice. La Francia, seconda a Londra 2012, è stata ancora una volta ridimensionata. La Serbia, campione d’Europa, è uscita ancora con le ossa rotta. In alto la muleta, Matador, perché altri tori vi attendono in Corea del Sud! Voto 9. 

 Doppio maschile (Francesco Fossi, Romano Battisti)  – Entrambi classe 1989, saliti in barca al posto dei campioni olimpici Cohen e Sullivan dopo aver gareggiato a Londra nel 4 di coppia (settimi), nel 2013 i neozelandesi Arms e Manson hanno vinto tutto. Sidney, Eton, Lucerna e persino la Henley Royal Regatta. Ieri, per un secondo e undici centesimi, hanno difeso la loro imbattibilità dal furente ritorno dei campioni d’Europa e del Mediterraneo. I nostri azzurri non brillano in batteria ed anche nel recupero non sembrano essere la macchina perfetta di Siviglia e Mersin. Quando il gioco si fa duro, però, i Top Players iniziano a giocare e, soprattutto, a divertirsi. Germania, Norvegia e Lituania devono ancora una volta prendere la targa della macchina azzurra. Guida pericolosa? No, semplicemente ben oltre i loro limiti di velocità. E la Nuova Zelanda? Michi e Robbie non dormano sonni troppo tranquilli,  Francesco e Romano gli danno appuntamento tra una quarantina di giorni. Scaldate tutti i motori… Voto 9. 

 Doppio Pesi Leggeri (Andrea Micheletti, Pietro Ruta) – Insieme a Siviglia per il quarto posto europeo, divisi a Mersin dove Peppo vince e Andrea non convince insieme a Elia Luini. Si ricongiungono e, nella ostile Lucerna, festeggiano un risultato importantissimo. Morale e fiducia per il futuro, per continuara a lavorare con la consueta applicazione ed intensità, consapevoli che tale impegno prima o poi paga. La finale? Generosa, come a Siviglia. Stavolta, però, la benzina dura ben più a lungo: non abbastanza per mandare KO una Francia messa alle corde, ma sufficiente per difendere l’argento dagli attacchi della Gran Bretagna. E adesso? Nuovamente in discussione, con una nuova lotta interna per il posto insieme a Elia Luini, oppure posto assicurato per il Mondiale? Per qualche giorno non pensiamoci ed intanto, ragazzi, godetevi questo bell’argento.  Voto 9. 

 Quattro senza maschile (Paolo Perino, Mario Paonessa, Giuseppe Vicino, Matteo Lodo) – Gioventù al potere. Hanno voglia, grinta e, soprattutto, sangue freddo. Attaccano Stati Uniti ed Australia, in finale, senza mai risparmiarsi e strizzando sino all’ultima goccia di sudore. Giovani ffamati, di successo ma soprattutto di carne di canguro: Lockwood e compagni sfuggono alla loro forchetta per sette centesimi. La barca a stelle e strisce è poco più avanti. Nove decimi. Lodo, uno degli elementi della nidiata Romagnoli (due ori ai Mondiali Junior), si inserisce benissimo nel gruppo azzurro. Ha solo 19 anni, uno in meno rispetto a Peppe Vicino, abilissimo capovoga salito sul podio in tutte le rassegne internazionali giovanili. Paonessa e Perino iniettano il giusto concentrato di potenza. Mezzo punto in più. E ora, al galoppo, verso il Mondiale. Voto 9.

Tutte le foto sono di Mimmo Perna

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