D’INVERNO SUL PO DICE 39

L’internazionale di Gran Fondo, organizzata dalla Società Canottieri Esperia, è giunta quest’anno alla trentanovesima edizione. Sabato e domenica sui 5000 metri del percorso a favore di corrente Po saranno 17 i circoli stranieri in gara, oltre 100 club remieri e 3000 atleti in gara provenienti da Lombardia, Liguria, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Toscana, Lazio, Marche, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia e da oltre confine da Emirati Arabi Uniti, Francia, Germania, Israele, Principato di Monaco e Svizzera.

Sabato 12 febbraio gli atleti di tutte le categorie, che si sfideranno in singolo, doppio, due senza, quattro di coppia e otto, con spazio dedicato anche ai giovanissimi Allievi B nella barca propedeutica miniskiff 7.20, e alla categoria Pararowing, impegnata in singolo, doppio canoe, GIG a 4 vogatori con timoniere e quattro con. A terra invece, nella specialità dell’indoor rowing, si cimenteranno invece gli Allievi A, in una minisfida sui 250 metri al remoergometro, e gli Special Olympics, impegnati nella D’Inverno sul Po Special Edition.

Domenica 13 febbraio invece, seconda giornata di regate in doppio per i Cadetti e quattro di coppia e otto per tutte le altre categorie. Proprio nelle regate di domenica, anche quest’anno la D’Inverno sul Po assegnerà i suoi due premi speciali, il “Trofeo Carlo Pacciani” all’equipaggio vincitore della gara dell’otto Junior femminile, ed il “Trofeo Gian Antonio Romanini”, all’equipaggio vincitore della gara dell’otto Senior maschile. Qui di seguito i programmi provvisori.

Da 39 anni, D’Inverno sul Po a Torino è sinonimo di Società Canottieri Esperia, ma non solo. Da sempre infatti, attori primari della Gran Fondo internazionale che nel 2023 festeggerà il quarantennale sono, al fianco dell’Esperia, anche gli altri circoli remieri torinesi – Armida, Caprera, Cerea, CUS Torino, Eridano – che prestano i loro spazi e le loro forze a servizio della D’Inverno sul Po. Partner importanti che garantiscono al COL della D’Inverno sul Po un gemellaggio sostenibile, utile alla manifestazione e che rispetti l’ambiente circostante, pacificamente invaso nel weekend del 12 e 13 febbraio da circa 3500 persone tra atleti e addetti ai lavori.

L’attenzione all’ambiente e la sostenibilità dell’evento sono principi cardine della D’Inverno sul Po, che chiede a tutti i suoi partner e ospiti di rispettare poche e semplici regole. In primis nelle aree dei giardini Ginzburg e Murazzi, messe a disposizione dalla municipalità di Torino, e che alla fine di ogni giornata di gara dovranno risultare ripulite di ciascun rifiuto attraverso una raccolta differenziata per la quale si richiede l’impegno a ciascuna delle società iscritte alla D’Inverno sul Po. Per agevolare il tutto, grazie alla disponibilità di Amiat – società del Gruppo Iren – all’ingresso delle aree ci saranno dei contenitori appositi, mentre i sacchetti di plastica utilizzabili dai club remieri potranno essere ritirati alle postazioni di triage. Inoltre, sarà effettuata una raccolta dei tappi di plastica in favore della casa di accoglienza La Madonnina onlus di Candiolo, che ospita i parenti dei pazienti oncologici ricoverati all’IRCC.

I GIORNI DI COLAMONICI: DA PIEDILUCO A FORMIA

Un giovane Colamonici ai tempi in cui si occupava della Nazionale Junior

La Romania torna a Piediluco per la preparazione invernale. “Le nostre medaglie olimpiche sono arrivate anche grazie al lavoro svolto fatto qui”. Sono le parole di Antonio Colamonici, Direttore Tecnico della Nazionale, riconfermato anche per il prossimo triennio dopo gli ottimi frutti raccolti a Tokyo. Un’esperienza portata avanti dal 2018, con l’utilizzo del lago umbro non solo per gli allenamenti ma anche per testare, in occasione delle gare nazionali e del Memorial d’Aloja, il valore dei propri equipaggi.

Un oro e due argenti alle Olimpiadi, con il successo del doppio femminile e il secondo posto firmato da 2 senza e 4 senza maschili.

Colamonici è anche un punto di riferimento nel Coastal Rowing. E’ proprio il sito federale ad annunciare l’incontro svolto al Centro dì Preparazione Olimpica di Formia.

A lanciare le basi per un centro Coastal il direttore del Centro Davide Tizzano (da quest’anno anche presidente dei Giochi del Mediterraneo), l’ex direttore esecutivo dì World Rowing Matt Smith (oggi consulente FISA) e David Filippi dell’omonimo cantiere italiano. Quattro personaggi importanti del nostro mondo impegnati a parlare dello sviluppo di un settore strategico, prossimammente olimpico. La Federazione? A quanto si legge, non pervenuta.

LA FISA IGNORA IL NOSTRO PRIMO ORO OLIMPICO FEMMINILE

Mai come quest’anno la Giunta Esecutiva della FISA avrebbe potuto render merito al valore del Canottaggio italiano, alla grande crescita agonistica di questi ultimi anni con l’oro e i due bronzi conquistati dalla Nazionale del DT Cattaneo alle Olimpiadi di Pechino.

Il riconoscimento dei grandi passi in avanti in campo femminile con il primo, grandioso, oro firmato da Federica Cesarini e Valentina Rodini. World Rowing Awards, invece, prendono una direzione diversa.

Il doppio leggero equipaggio dell’anno? Si, ma quello maschile dell’Irlanda di Fintan McCarthy e Paul O’Donovan… E tutti in piedi per l’oro del 4 di coppia femminile della Cina. Per carità, imbattute dal 2019 e capaci di firmare il record mondiale ma possibile che Valentina e Federica non meritassero nemmeno una nomination tra le finaliste dove, invece, troviamo la neozelandese Emma Twigg e il doppio della Romania?

Nessuna considerazione neppure nostri tecnici. Nessun italiano in finale dove accedono, invece, i loro colleghi australiani, canadesi, cinesi e norvegesi. Vien da chiedersi quale sia la ragione per cui anche altri risultati italiani d’eccellenza, come furono anche i titoli mondiali di 4 senza (2015), 2 senza (2017) e 4 di coppia (2018) maschile, non siano stati premiati in occasione dei World Rowing Awards.

“I nostri rapporti con la FISA sono ottimi”. Immagino già la voce di risposta, in arrivo dalla scrivania dell’ultima porta a sinistra del settimo piano di viale Tiziano 70. Bene, se i rapporti sono ottimi allora avanti con l’ottimismo che, del resto, è il profumo della vita!

VARESE CANDIDATA PER I MONDIALI ASSOLUTI 2025

Il Comitato Organizzatore dei Campionati Mondiali Under 19 e Under 23 di Canottaggio ha acceso i motori per la manifestazione che si svolgerà alla Schiranna il prossimo 21-31 luglio 2022, ricordando che il campo di Varese sarà teatro anche della seconda tappa della Coppa del Mondo nel 2023.

Il Comitato Organizzatore è lieto di annunciare anche di aver portato avanti la manifestazione d’interesse per organizzare gli Eventi Internazionali del 2024-2026 e per il Campionato del Mondo Assoluto del 2025.

Davide Galimberti, Sindaco di Varese e Presidente del Comitato Organizzatore degli eventi  del canottaggio: “Con queste ulteriori candidature Varese conferma ancora una volta la volontà di puntare sullo sport come elemento di richiamo a livello internazionale, grazie a un ruolo di primo piano del mondo del canottaggio. Una disciplina che ha già dato prova di eccellenze sportive e che trova proprio nel lago di Varese uno dei luoghi più idonei e apprezzati a livello internazionale, con una componente importante anche per il richiamo turistico di tutto il territorio. Avere tutti gli anni un evento sportivo internazionale aiuterà la ripresa del settore turistico e il posizionamento del nostro territorio”.

 “Siamo già al lavoro per l’evento Mondiale che si terrà a Varese nel prossimo mese di luglio e la manifestazione d’interesse per la candidatura all’organizzazione del Campionato del Mondo Assoluto del 2025 spiega Pierpaolo Frattini Direttore operativo del Comitato Organizzatore, ci riempie d’orgoglio. Una manifestazione che non si è mai svolta a Varese e che sarebbe la ciliegina sulla torta rispetto al lavoro fatto in questi anni e che continueremo a fare. Parallelamente a questo ci candideremo anche per organizzare eventi internazionali anche nel triennio 2024-2025-2026”.

LA PARALIMPICA SCAZZOSI LASCIA CON AMAREZZA. “RIMPROVERATA PER LA PARTECIPAZIONE ALLA CERIMONIA D’APERTURA”

La finale alle Paralimpiadi di Tokyo nel 4 con? L’ultima sua esperienza remiera. Cristina “Kikki” Scazzosi, uno degli assi della Nazionale di ParaRowing, parla a “La Stampa” del presente e del futuro.

Dalla mancata partecipazione alle Paralimpiadi di Rio al quinto posto ottenuto a fine agosto. «Ma quell’esperienza non me la sono goduta come avrei voluto – ammette -. Quasi rimpiango di non essere rimasta a casa. Non condivido il modo in cui viene gestita la nazionale, a partire dal sistema con cui si formano gli equipaggi. A Rio 2016 ero stata tagliata fuori senza una valida motivazione e in questi ultimi tempi altri atleti non hanno avuto la chance che meritavano per cercare di entrare in squadra. Ci sono stati litigi interni ed è mancata l’armonia. Addirittura sono stata rimproverata per avere partecipato alla parata iniziale, assurdo».

Uno sfogo estremamente duro nei confronti dell’area federale al quale a oggi, sull’house organ della Federazione Italiana Canottaggio, ancora nessun dirigente o allenatore ha voluto dare seguito o risposta. La vogatrice della Canottieri Lago d’Orta era stata convocata per partecipare al raduno paralimpico di Piediluco dal 10 al 16 gennaio ma, nell’intervista a La Stampa, spiega di aver rinunciato perché «ho altri programmi di vita – racconta -. Sogno di diventare mamma e come seconda opzione mi piacerebbe iniziare una nuova avventura nel triathlon».

QUASI SEICENTOMILA EURO IN PIU’ ALLA FIC DA SPORT E SALUTE

Ammonta a 5.830.980 il contributo Sport e Salute per la Federazione Italiana Canottaggio da utilizzare nel 2022. Quasi sei milioni di euro: è la somma di due parti, quella riguardante la “Preparazione Olimpica e l’Alto Livello” (2.924.995) e quella relativa a “Promozione sportiva, attività sportiva e funzionamento” (2.905.986).

Cresce il contributo Sport e Salute da 280 a 288 milioni per il mondo Coni, cresce anche per la FIC perché a dicembre lo stanziamento iniziale fu pari a 5.226.695. Quasi seicentomila euro in più rappresentano un bel riconoscimento per il Presidente Abbagnale, per il Consiglio Federale e per tutta l’area sportiva. C’è un dato interessante che si evince dalla nota di Sport e Salute ed è relativo ai criteri di distribuzione dei fondi. “Il peso della rilevanza per le Federazioni olimpiche passa dal 70% al 60%, a vantaggio della performance che passa dal 30% al 40%”.

Non abbiamo ancora a disposizione il bilancio consuntivo 2021 della FIC ma dalla seconda nota di variazione all’esercizio annuale abbiamo visto che il contributo Sport e Salute 2021 è via via cresciuto sino ad arrivare a 7.389.474 euro così ripartiti: 253.079 per l’attività sportiva, 3.576.355 per la Preparazione Olimpica e l’Alto Livello, 1.044.000 per il Club Olimpico, 1.883.502 per il funzionamento generale e 632.538 di contributo straordinario.

COPPA DEL MONDO, EUROPEI E MONDIALI: IL 2022 DELL’ITALIA

Il doppio leggero femminile di Valentina Rodini e Federica Cesarini (CANOTTAGGIO.ORG)

L’anno post olimpico, inedito perché a causa del posticipo di Tokyo 2020 precederà di una sola stagione le qualificazioni per Parigi 2024, vedrà la Nazionale impegnata in 3 appuntamenti internazionali del circuito WorldRowing

Il lavoro condotto dal DT Franco Cattaneo è, come sempre, minuzioso. Da ottobre a dicembre, il monitoraggio degli olimpici e l’attenta osservazione dei test per la verifica di nuovi possibili inserimenti nel gruppo azzurro. Non solo: attenzione anche ai nuovi tasselli per l’area tecnica dove spicca l’innesto, in sostituzione di Claudio Romagnoli, di Agostino Abbagnale quale nuova guida della Coppia.

Il 2022, stando a quanto apprendiamo dagli amici, vedrà il battesimo azzurro per il triennio olimpico a Piediluco in occasione del Memorial D’Aloja da venerdì 8 a domenica 10 aprile. Osserveremo poi gli sviluppi della prima e della seconda tappa della Coppa del Mondo a Belgrado (27-29 maggio) e Poznan (17-19 giugno). Scenderemo in acqua a Lucerna dall’8 al 10 luglio. Il Rotsee sarà l’incandescente teatro dei primi battiti d’ala della Nazionale. Non è esclusa la possibilità di vedere all’opera più equipaggi per ciascuna specialità.

Lo sguardo sarà poi proiettato su due competizioni che assegneranno i titoli e le medaglie continentali e mondiali. Gli Europei saranno ospitati dal Feldmoching di Monaco dall’11 al 14 agosto. Una Germania “multisport” perché in quel periodo, sino al 21 agosto, si terranno anche le rassegne europee di Atletica, Arrampicata, Canoa, Ciclismo, Ginnastica, Pallavolo e Triathlon. Come a Glasgow 2018 quando l’Italia vinse 2 ori, un argento e 3 bronzi.

Sembreranno un po’ inflazionati, programmati solo 5 settimane dopo gli Europei, ma anche i Mondiali Assoluti avranno naturalmente il loro grandissimo valore. Li ospiterà Racice (Repubblica Ceca) dal 18 al 25 settembre. Sarà il ritorno alle sfide iridate esattamente 3 anni dopo l’esperienza di Linz 2019 quando l’Italia staccò nove pass olimpici e uno paralimpico.

LA QUARTA CROCIATA DI PIETRO

Pietro Ruta campione europeo in doppio con Stefano Oppo a Poznan 2020 (foto Perna)

La medaglia olimpica lo sazia? No, neppure un po’. Si perché i conti con i quarti posti, quelli largamente maturati tra il 2013 e il 2016, sono ancora aperti e allora ben venga il fatto di voler continuare a remare ad alto livello, soprattutto nell’ultimo quadriennio (salvo sorprese) in cui i Pesi Leggeri saranno protagonisti nel Canottaggio olimpico.

Pietro Ruta, bronzo a Tokyo 2020 nel doppio leggero con Stefano Oppo, lancia un messaggio forte nell’intervista rilasciata alla Provincia di Como. “Fare sport non è solo allenamento , ma è una palestra di vita, che ti insegna a essere determinato, a non mollare mai nelle situazioni difficili e che ti porta ha fare esperienze bellissime. Ciò vale per tutti gli sport. Se poi volete fare canottaggio sono maggiormente contento. Ma ci si deve dedicare con tanto impegno e tanti sacrifici, Non ci sono feste, sabati e domeniche, visite a genitori o a parenti. Perché ci si deve dedicare tutti i giorni. C’è una frase (pronunciata dallo storico DT La Mura n.d.r.) che dice che nel canottaggio il successo matura con una lunga pazienza”.

E chi più di Pietro ne ha avuta? In quest’ultimo quadriennio, nel doppio Pesi Leggeri, Ruta si è tolto parecchie soddisfazioni. Tre argenti ai Mondiali, un oro, un argento e due bronzi agli Europei. E, naturalmente, il podio a 5 cerchi. Ora, a quasi 35 anni, si potrebbe cedere ai versi di Orazio. Nunc est bibendum, nunc pede libero pulsanda tellus («Ora bisogna bere, ora bisogna far risuonare la terra con il piede libero»). Ma Peppo rilancia una nuova sfida. Parigi 2024. In bocca al lupo, a te e a Stefano, tuo gemello del remo!

AZZURRO PER SEMPRE: L’ULTIMO SALUTO AL CANOTTIERE NICOLO’ SIMONE

Nicolò Simone, a sx, con il compagno di 2 senza Erio Bettega

Novant’anni compiuti da poco. Uno sportivo, non solo un canottiere, perché impegnato su vari fronti dell’associazionismo come dimostra la presidenza lombarda dell’Associazione Nazionale Atleti Olimpici e Azzurri d’Italia. E’ di oggi la scomparsa di Nicolò Simone

Attivo nel canottaggio a partire 1947 con l’allenatore Pietro Galli, Nicolò compone con Erio Bettega il 2 senza per la Redaelli Dervio. Tra il 1950 e il 1951 quest’equipaggio ben figura a livello nazionale e internazionale. Argento agli Europei 1950 e oro nell’otto ai Giochi del Mediterraneo in Egitto nel 1951, il vogatore lombardo è seriamente candidato alla partecipazione ai Giochi 1952 ma Helsinki diventa una chimera a causa della malattia del compagno Bettega.

“Aveva un carattere forte e determinato, forgiato proprio dalla lunga pratica sportiva ad altissimi livelli” ha commentato il sindaco di Dervio Stefano Cassinelli.

LA FORZA DI ELISA

 “Il primo periodo dopo la sua scomparsa – racconta commossa Elisa – riuscivo a sentirlo vicino, avevo questa percezione. Ora con il passare del tempo è più complicato. Ma credo sia normale”. Bel servizio della Gazzetta dello Sport a firma di Davide Romani con intervista a Elisa Mondelli.

La sorella minore proverà a realizzare quel sogno a lungo inseguito da Pippo, meritato alla luce di tre stagioni stratosferiche (2017, 2018 e 2019), culminate nella conquista di un titolo mondale (Plovdiv 2018 nel 4 di coppia) e due europei (Racice 2017 nel doppio e Glasgow 2018 nel 4 di coppia).

Ventitré anni e una famiglia tutta ai remi, a cominciare dal nonno Guido che fu presidente della Canottieri Cernobbio. Argento agli Europei e Mondiali Junior 2015 a bordo dell’Ammiraglia femminile, medagliata anche ai Mondiali Coastal Rowing 2017, la vogatrice moltrasina ha difeso i colori azzurri agli Europei 2021 di Varese e anche quest’anno rinnoverà il proprio impegno in vista di un triennio di grandi sfide lungo la strada che porta a Parigi 2024.

Il carattere e la voglia di emergere non le mancano. La ricordo quel sabato pomeriggio di inizio maggio al Palasport di Cernobbio. Non ebbi il coraggio di avvicinarmi, non trovavo le parole giuste di conforto. Dentro doveva soffrire le pene dell’inferno, così giovane di fronte a una tragedia familiare così grande, ma fuori dava prova di grande forza per sostenere il peso di questo dolore insieme ai propri genitori. Elisa, non so se leggerai ma da queste colonne il massimo del supporto affinché tu possa realizzare il tuo sogno olimpico.

L’UOMO DI CAMPO DICE 70. AUGURI, ANDREA COPPOLA!

“Andrea Coppola è ancora più vecchio”. Il titolo giocoso nel festeggiare i suoi primi 70 anni doveva esser questo ma, è davvero il caso di dirlo, i polpastrelli si sono bloccati. Perché, tutto sommato, è vero che il capello imbianca e lui, anno dopo anno, dice sempre che “è l’ultimo e poi smetto” ma in realtà, a contatto con tecnici e atleti giovani, ringiovanisce anche lui. Tutto merito di spirito e carattere, di quella positività che permette di vedere sempre la luce in fondo al tunnel. Non solo a livello sportivo, ma anche personale se penso a quella complicata gara vinta nel 2010 contro un meningioma.

L’olandese Louis van Gaal fece scalpore alla fine degli anni Novanta quando alla guida del Barcellona si presentò con un computer in panchina. Da Direttore Tecnico, nel 2007 e nel 2008, Andrea Coppola non amava stare seduto alla scrivania e preferiva, invece, stare nel piazzale di Piediluco a lavorare e lavorare, oltre che assumere decisioni importanti, significava parlare. E parlare significava condividere, confrontarsi, motivare, far crescere. Una chioccia, capace di far nascere eccellenti atleti e capaci tecnici.

Tutto questo si specchia in una carriera di grandi successi. Andrea ha vinto tantissimo sia nei moltissimi anni alla guida di Posillipo prima e RYCC Savoia poi, sia con la Nazionale. La sua prima Olimpiade, precocissima, a Los Angeles 1984 come tecnico societario del 2 senza di Aiese e Romano.

Uomo di campo, quello il suo ruolo preferito e dal successo all’unanimità riconosciuto all’interno della comunità remiera italiana. Ieri punto di riferimento per il DT Giuseppe La Mura, suo tecnico al CN Stabia e sua guida per la strada del Canottaggio allenato. Oggi braccio destro del DT Franco Cattaneo per l’area olimpica maschile. Domani… chissà! Auguri Andrea!

GADDI E VITALE NUOVE RISORSE PER L’AREA TECNICA FEDERALE

La Federazione Italiana Canottaggio conferma quanto anticipato su questo blog ormai 15 giorni fa. Agostino Abbagnale diventa allenatore del Gruppo Olimpico e, anche se l’house organ non lo sottolinea, vedrete che sarà impiegato nel settore prediletto: la Coppia maschile, in qualità di nuovo responsabile al posto di Claudio Romagnoli. Altre due figure nuove, come segnale di apertura della direzione tecnica, riguardano gli aggregati Carlo Gaddi e Federico Vitale, figlio dell’indimenticato presidente Riccardo (avvocato, deus ex machina di tante belle edizioni del Silver Skiff, figura brillante scomparsa nel dicembre 2011) e direttore tecnico della Reale Società Canottieri Cerea (fucina di tanti giovani talenti9.

Gaddi, 60 anni il prossimo 5 febbraio, è allenatore della Retica e figura nell’enciclopedia Treccani. “Ha iniziato a praticare il canottaggio a 19 anni, alla Moto Guzzi, sotto la guida dell’ex olimpionico e più volte campione d’Europa Giuseppe Moioli. Ha disputato 15 Campionati del Mondo, aggiudicandosi sette titoli iridati: 5 nell’otto, uno in 2 senza e uno in 4 senza; tre argenti e un bronzo completano il suo bilancio mondiale. Ha partecipato a tre edizioni dei Giochi Olimpici: nel 1988 a Seul, nel 4 senza senior (quinto), nel 1996 ad Atlanta nel 4 senza pesi leggeri (ottavo) e nel 2000 a Sydney ancora nel 4 senza pesi leggeri (quarto)”.

Stefano Oppo (Carabinieri), Laura Meriano (Carabinieri–SC Garda Salò), Stefania Gobbi, Veronica Lisi (Carabinieri-SC Padova), Niels Torre (Carabinieri-SC Viareggio), Chiara Ondoli, Bruno Rosetti, Ludovica Serafini (CC Aniene), Gaia Colasante (CC Irno), Luca Giurgevich (CC Saturnia), Lorenzo Gaione (CUS Torino), Jacopo Frigerio, Matteo Lodo, Niccolò Pagani, Mario Paonessa, Leonardo Pietra Caprina, Matteo Sartori, Simone Venier, Giuseppe Vicino (Fiamme Gialle), Alfonso Scalzone (Fiamme Gialle-RYCC Savoia), Giacomo Gentili (Fiamme Gialle-SC Bissolati), Valentina Rodini (Fiamme Gialle-SC Bissolati), Andrea Panizza (Fiamme Gialle-SC Moto Guzzi), Luca Chiumento (Fiamme Gialle-SC Padova), Alessandro Bonamoneta (Fiamme Gialle-SS Murcarolo), Matteo Castaldo, Marco Di Costanzo, Pietro Ruta (Fiamme Oro), Veronica Bumbaca, Kiri Tontodonati (Fiamme Oro-CUS Torino), Davide Mumolo (Fiamme Oro-SC Elpis), Federica Cesarini (Fiamme Oro-SC Gavirate), Davide Comini, Matteo Della Valle (Fiamme Oro-SC Moltrasio), Stefania Buttignon (Fiamme Oro-SC Timavo), Giorgia Pelacchi (Fiamme Rosse-SC Lario), Giovanni Abagnale, Vincenzo Abbagnale, Gabriel Soares, Antonio Vicino (Marina Militare), Nunzio Di Colandrea, Salvatore Monfrecola (Marina Militare-RYCC Savoia), Cesare Gabbia (Marina Militare-SC Elpis), Davide Verità (Marina Militare-SC Monate), Andrea Carando (RCC Cerea), Volodymyr Kuflyk, Aniello Sabbatino (RYCC Savoia), Silvia Crosio (SC Amici del Fiume), Silvia Terrazzi (SC Arno), Nicolò Carucci, Giovanni Codato, Paolo Covini, Linda De Filippis, Riccardo Peretti (SC Gavirate), Nicholas Castelnovo, Ivan Galimberti, Patrick Rocek (SC Lario), Elisa Mondelli (SC Moltrasio), Pietro Cangialosi (SC Padova), Leonardo Tedoldi (SC Retica), Emanuele Gaetani Liseo (SC Telimar).

“CESADINI” MEGLIO AI REMI O IN MUSICA?

Voci dall’acqua è il disco cantato dai ragazzi della nazionale italiana canottaggio, ma anche da allenatori e altri protagonisti del nostro sport. Il ricavato sarà interamente devoluto in beneficenza all’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna per finanziare la ricerca contro il cancro.

Per acquistare scrivi a vocidallacqua@gmail.com e prenota il tuo CD o chiavetta oppure scrivi al 333.8352048. Per donare puoi versare con un bonifico al seguente IBAN: IT41B0833841571014014000092 intestato a ANAC (Associazione Nazionale Allenatori di Canottaggio). Causale: donazione volontaria.

Manda uno screenshot dell’avvenuto pagamento ed invia i tuoi dati. Prezzo minimo della donazione: euro 20. I ragazzi hanno messo cuore e impegno per questo progetto, dai anche tu il tuo contributo. Grazie di cuore.

Alla realizzazione del progetto hanno partecipato: Martinoli, Filippi, Salani, Indoor Rowing, Di-Bi, Roncari Trasporti. Un ruolo decisivo lo ha avuto anche l’ANAC: l’associazione ha partecipato alla nascita di Voci dall’acqua e si sta occupando della raccolta dei fondi che, al termine della vendita, saranno devoluti al Rizzoli di Bologna, tramite la Onlus Beat it, fondata dall’ex azzurro Mario Palmisano. (fonte ANAC)

RISIKO AREA TECNICA. SANTANIELLO TORNA ALLA GUIDA DEL COLLEGE DI PIEDILUCO

Giovanni Santaniello ai tempi del College nei primi anni Duemila

Significativi cambiamenti nell’area tecnica della Federazione Italiana Canottaggio. Un “risiko” avviato dall’uscita di scena di Claudio e Giancarlo Romagnoli, rispettivamente caposettore e collaborazione del settore olimpico della Coppia maschile. Un ruolo chiave, prossimamente assunto da Agostino Abbagnale, probabilmente con il sostegno di Vittorio Altobelli. Una scelta che, se confermata, aprirà anche un parziale rimescolamento della Punta.

Abbagnale, gradualmente, dovrebbe lasciare la responsabilità del College Remiero Giovanile di Piediluco. A chi? A Giovanni Santaniello, dice la vox populi. Il tecnico napoletano manterrà il settore del pararowing. Le due attività sarebbero, infatti, ritenute compatibili.

In questo caso, si tratterebbe di un ritorno. Dal 1993 al 1996 Santaniello è stato vice responsabile del College Nazionale di Piediluco prima di assumerne la guida e portare avanti, sino al 2004, la crescita di giovani atleti di alto livello per la Nazionale junior.

JOSY A STELLE E STRISCE

Josy Verdonkschot è pronto per una nuova sfida. A 65 anni suonati, il tecnico olandese lascia il proprio paese per approdare negli Stati Uniti e andare a ricoprire la carica di responsabile dell’alta performance dopo la peggiore Olimpiade della storia a stelle strisce.

Qualità di eccellenza e lungimiranza, capacità manageriali, attenzione alla cura degli atleti, profonda conoscenza della tecnologia. Queste alcune delle principali ragioni della scelta, illustrate dalla CEO di UsRowing Amanda Kraus dopo una lunga ricerca. C’è da ricostruire il Canottaggio di vertice statunitense dalle fondamenta.

Dal 2014 al 2021, con la Federazione olandese, due ori e un totale di sette medaglie olimpiche. Josy non vede l’ora di iniziare la nuova avventura. Non possiamo che augurargli un’esperienza internazionale più felice di quella registrata in Italia tra il 2009 e il 2012 dove, pur riuscendo ad allargare la base del settore femminile di vertice, non riuscì ad andare oltre la qualificazione olimpico del 2 senza Bertolasi-Wurzel, poi ultimo a Londra 2012.

CONTRIBUTI “SPORT E SALUTE”: PIU’ PESO ALLA POPOLARITA’, MENO VALORE ALLE MEDAGLIE

Il Cda di Sport e Salute ha approvato l’assegnazione dei contributi pubblici 2022 agli Organismi Sportivi. In totale verranno distribuiti 288 milioni di euro allo sport italiano con un incremento di 8 milioni rispetto alla previsione di legge.

E’ una bella notizia. E’ anche importante evidenziare che “la Sottosegretaria con delega allo Sport Valentina Vezzali si avvarrà della società Sport e Salute per destinare ulteriori 80 milioni agli Organismi Sportivi, attraverso progettualità volte alla promozione dello sport e all’allargamento della base dei praticanti”.

Quel che probabilmente non farà piacere alla dirigenza della Federazione Italiana Canottaggio, anche se ancora non ci sono stati interventi in merito, è il cambiamento del criterio di assegnazione dei contributi.

Storicamente i fondi venivano attribuiti con un sistema che prevedeva che i risultati sportivi conseguiti nell’anno pesassero per l’80% del totale, col restante 20% dipendente dalla popolarità della disciplina, misurata anche tramite numero di tesserati e di società.

Dal 2022, invece, aumenta al 30% l’incidenza della pratica sportiva, mentre il “peso” dei risultati sportivi passa al 60%, ed il rimanente 10% è il valore dato all’efficientamento delle risorse. 

Il portale Olimpia Azzurra sottolinea che “da questo scenario, sono ben 13 le federazioni sportive che ne usciranno con l’aumento-tetto del 15,2% rispetto alle entrate dello scorso anno (atletica, pallavolo, tennis, ciclismo, vela, ghiaccio, taekwondo, ginnastica, arco, danza sportiva, armi sportive, pesca sportiva). In termini assoluti, la Federazione Italiana Pallavolo sarà quella che avrà il maggior aumento nei contributi, con una crescita di quasi 1,8 milioni di euro, seguita dall’atletica (1,679 milioni) e dal ciclismo (769mila)”.

La Federazione Italiana Canottaggio, anche a Tokyo 2020, conferma di esser tra le realtà più virtuose a livello di risultati olimpici. Preoccupa, semmai, la questione popolarità come dimostra anche l’allarme più volte lanciato dalle campionesse olimpiche Federica Cesarini e Valentina Rodini. In questo triennio, servirà lavorare molto anche sul fronte promozionale.

LA PALMA DELLA DISCORDIA

 “Allenatore di 3° livello con grande esperienza professionale e con oltre 40 anni attività con la SC Bissolati. Tecnico federale del Settore Femminile, ha partecipato ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020 seguendo anche il doppio Pesi Leggeri femminile sul quale vogava Valentina Rodini, nata agonisticamente tra le fila della Bissolati e vincitrice della medaglia d’oro insieme a Federica Cesarini. Durante la sua lunga carriera ha ottenuto numerosi riconoscimenti tra i quali la Palma d’Argento al merito tecnico da parte del CONI. Tecnico amato dai propri atleti anche per le sue spiccate doti umane, che gli permettono di essere sempre al fianco dei propri atleti”.

Condividiamo totalmente le motivazioni con cui FIC, di concerto con ANAC, scelgono di assegnare il Premio Mondini 2021 a Luigi Arrigoni. Oltre 45 anni di Canottaggio “allenato”, festeggiati con un traguardo eccezionale tagliato insieme al caposettore Stefano Fraquelli. Il primo, storico, oro del doppio Pesi Leggeri femminile con le straordinarie Federica Cesarini e Valentina Rodini

Ma allora perché non riconoscere il valore della prima medaglia d’oro olimpica nel Canottaggio femminile con la palma d’oro al merito tecnico? A Luigi così come a Stefano? Perché trasformare la palma da simbolo di pace in elemento di discordia? Perché è assurdo che si sia completamente tralasciato il Canottaggio!

Ne hanno assegnate ben 25, non solo a tecnici federali ma anche alle guide di singoli atleti! Ecco i “palmati”: Claudio Nolano (DT Taekwondo), Michele Marchesini (DT Vela), Gabriele Bruni (Vela), Antonio La Torre (Dt Atletica Leggera), Marco Tamberi (Atletica Leggera, allenatore di Gianmarco Tamberi), Paolo Camossi (Atletica Leggera, allenatore di Lamont Marcell Jacobs), Sebastian Bacchieri (Atletica Leggera, allenatore di Eseosa Fostine Desalu), Francesco Garau (Atletica Leggera, allenatore di Lorenzo Patta), Salvino Tortu (Atletica Leggera, allenatore di Filippo Tortu), Filippo Di Mulo (Atletica Leggera, allenatore della 4×100), Patrizio Parcesepe (Atletica Leggera, allenatore di Antonella Palmisano e Massimo Stano), Pierluigi Aschieri (DT Karate), Claudio Guazzaroni (Karate, allenatore di Luigi Busà), Roberto Mancini (CT Nazionale di calcio campione d’Europa), Davide Mazzanti (CT Nazionale femminile di Pallavolo), Ferdinando De Giorgi (CT Nazionale maschile di Pallavolo).

E il Canottaggio, né con Luigi né con Stefano, c’è. Loro, quest’anno, mantengono l’argentata qualifica ottenuta in passato ma sicuramente, per aver cambiato in questa Olimpiade (grazie a 4 anni di super lavoro) la storia del Canottaggio femminile, almeno quella d’oro la meritavano. Chi farà giustizia? Speriamo il nostro Consiglio Federale faccia presente questa profonda disparità di trattamento tra il nostro e gli altri sport.

Nota a margine. Non sono riuscito a trovare da nessuna parte una fotografia di Fraquelli e Arrigoni insieme a Cesarini e Rodini, accanto alle quali ho invece trovato figure dirigenziali di ogni gusto e tipo… Può essere che la lontananza dall’ambiente si traduca nella mia incapacità di riuscire a trovare le info sul sito federale, che per altro un tempo dirigevo (epic fail!), ma secondo me la ragione è un’altra e sta nel fatto che semplicemente Stefano e Luigi sono due formiche operaie (lontane dai riflettori) e non due cicale. Per questo la Palma gliela dovremmo fare avere in platino!

AGOSTINO ABBAGNALE ALLA GUIDA DELLA COPPIA MASCHILE

Fa piacere tornare a scrivere qualcosa su questo blog a distanza di qualche mese per parlare di una figura di grande valore. La FIC ancora non lo ha ufficialmente comunicato ma salvo sorprese, sarà lui il successore di Claudio Romagnoli. Parlo del tre volte campione olimpico Agostino Abbagnale, negli ultimi 10 anni salda guida del College Remiero Giovanile. Una persona molto ben voluta dagli Atleti, soprattutto quei giovani che hanno iniziato il loro percorso agonistico proprio sotto la sua ala a Piediluco. Un grande lavoratore di solidi principi, abituato a esprimersi più con i fatti che con le parole come dimostrano anche i tre allori olimpici: Seoul 1988, Atlanta 1996 e Sidney 2000.

Seguirà un settore in buona salute. La Coppia maschile, fortemente rivitalizzata da Claudio Romagnoli nell’ultimo quadriennio con la medaglia del doppio Pesi Leggeri Ruta-Oppo (sempre sul podio a Europei e Mondiali) alle Olimpiadi di Tokyo e gli exploit del giovane 4 di coppia: campione mondiale 2018 e bronzo iridato 2019 prima della sfortunata finale giapponese. A Claudio, ora responsabile tecnico della Canottieri Varese, andrà sicuramente il ringraziamento della Federazione per aver coperto vari ruoli sempre con grande applicazione e sempre con il comune obiettivo di far crescere giovani talenti: dagli Junior (sino al 2012) alle Donne (sino al 2016) per arrivare alla Coppia in quest’ultimo quadriennio. Gli ultimi 8 anni condivisi con il fratello Giancarlo, anch’egli ai saluti dopo tante soddisfazioni. Ad Agostino in bocca al lupo personale e della comunità remiera.

STATI UNITI FUORI DAL MEDAGLIERE. E’ LA PRIMA VOLTA DAL 1908

Per la prima volta nella storia delle Olimpiadi, nessun equipaggio statunitense è tornato a casa con una medaglia al collo. Gli Stati Uniti hanno vinto medaglie in ogni regata olimpica, ad eccezione del 1908 e del 1980, quando la nazione non ha gareggiato, sin dall’inizio ai Giochi nel 1900.

Tutte e nove le barche non sono riuscite a raggiungere il podio, con cinque equipaggi che si sono piazzate nella finale A: l’otto femminile, l’otto maschile, il doppio leggero femminile, il doppio femminile e il 4 senza maschile. I migliori risultati sono stati i quarti posti delle Ammiraglie.

“Come organizzazione, abbiamo già avviato il processo di revisione dei programmi della nostra squadra nazionale, che includeranno feedback e analisi da questi Giochi Olimpici” ha dichiarato il direttore statunitense High Performance Matt Imes che ha declinato una richiesta di intervista di Usa Today. “USRowing si impegna ad apportare le modifiche necessarie per fornire ai nostri atleti la migliore struttura e ambiente possibili per raggiungere il successo a Parigi 2024 e oltre”.

“Non credo che ci sia nulla che avrebbe cambiato lo sforzo che abbiamo messo là fuori”, ha detto la tre volte olimpionica (2008, 2012, 2016) negli otto donne Meghan Musnicki. “La spinta che abbiamo messo, quanto duramente ci siamo allenati negli ultimi cinque anni… Ma immagino di no. Non credo che ci sia qualcosa che avrebbe cambiato le cose. Tutte e nove abbiamo messo tutto in gioco oggi e sono molto orgoglioso di questo”.

LE ALI DI STEFANOS

Ci sono un po’ di cose, quantomeno difficili, da credere nel primo Oro nel Canottaggio alle Olimpiadi per la Grecia. Innanzitutto che sia il primo assoluto, anche contando i Giochi Antichi. Si svolgevano a Olimpia, tra i monti del Peloponneso settentrionale, lontano dal mare, ma accanto al fiume Alfeo. Possibile che non gli sia mai venuto in mente di far entrare gli sport acquatici nel programma dei Giochi? Forse Ercole, il semidio che li ha fondati, e che era stato anche rematore sulla mitica Argo, che di fatiche immani se ne intendeva, voleva risparmiare agli umani l’ammirazione per una disciplina tanto nobile quanto probante. Lo si può vedere su come sussulta lo scarno ma muscoloso Stefanos Ntouskos negli ultimi 1000 metri del singolo a Tokyo. Quelli sì veramente incredibili, tanto da far sembrare a confronto le vicende del figlio di Zeus delle bazzecole giusto degne di una parodia della Disney.

Ntouskos,24 anni, è quarto e non sembra poter realmente competere con il più quotato terzetto di testa. Verso i 750 metri comincia però ad acquisire un ritmo forsennato ma regolare. Sembra una fiammata giusto per sprizzare scintille, quindi un eroico tentativo di spendersi tutto sull’altare a 5 Cerchi prima che le sue speranze siano destinate ad andare in fumo. Bruciato per aver osato troppo come Icaro e aver osato rasentare il Sole. Invece vola sulle acque. Non cede di un palmo, anzi conquista sempre più terreno. Non allenta un istante la remata. Sembra una mitragliatrice in azione: un movimento meccanico e perfettamente oliato, eppure rapidissimo. La sensazione è che ogni volta che “sgancia” un colpo, a volare non sia un proiettile, ma lui stesso, di una decina di metri sulle acque. E gli avversari se ne stanno alla larga da un tal insospettabilmente pericoloso concentrato di agili muscoli e determinazione di ferro.

Non faceva paura all’inizio. Già si era conquistato le semifinali da outsider. Il suo percorso verso quello che è più di una semplice vittoria inaspettata, ma un vero e proprio trionfo, comincia però da così distante che non c’è da stupirsi che praticamente nessuno lo abbia visto arrivare. Da Rio e da cinque anni prima. Quando era ancora finalista, ma come peso leggero, nel 4 senza. Ha lavorato durissimo nell’ombra e adesso ha afferrato il Sole, per sé e per tutta l’Ellade. E quindi le braccia verso il cielo, azzurro e bianco come i colori della madre patria: «Mi sento perfetto. Mi sento veramente bene. Sono eccitato. Non ho parole. Sono felice. Sono veramente orgoglioso di mè stesso. Significa molto. È stata una gara davvero difficile. Cercavo di mantenere il contatto con i miei avversari. Sapevo che erano tosti. Sono contento di aver avuto la grande gara con loro perché so che sono i migliori al mondo».

Sull’exploit che lo consacra alla leggenda, spiega: «Ero terzo ai 750 metri, c’è stata una variazione per tenere fronte ai colpi. Ho cambiato il mio ritmo e la potenza, e mi sono trovato in testa. Volevo la medaglia d’oro così tanto che ho continuato ad andare e ad andare. Chi ha la forma migliore e la mentalità per andare continuare ad andare è il più tosto di tutti».

C’è un bel po’ di Italia in questo straordinario successo. L’orgoglio tricolore del caso è l’allenatore di Ntouskos, il napoletano Gianni Postiglione. Probabilmente l’unico che avrebbe invece scommesso sull’alloro Olimpico per il suo gioiello e che non ne è rimasto stupito. Con Stefanos, Gianni ha intensamente lavorato per trasformarlo non in Senior ma in colosso dopo esser partito da Peso Leggero. Lo ha forgiato come già aveva fatto con altri, tanti canottieri, molti italiani, in quasi 50 dei suoi primi 70 anni di vita.

Federico Burlando

KIWI DI NUOVO LEADER, PASSI DA GIGANTE OLANDA , CRISI GBR E USA

L’otto della Nuova Zelanda, qualificatosi a maggio a Lucerna e diventato campione olimpico a luglio a Tokyo

Senza Mahe Drysdale, senza Eric Murray e con Hamish Bond che negli ultimi mesi posteggia la sua bicicletta, stacca i remi dal chiodo e si cala in una nuova mentalità, da alieno a uomo squadra, al servizio dell’Ammiraglia kiwi. Tre ori e due argenti, il vertice del medagliere per una Nuova Zelanda inedita: vince nell’otto quasi 50 anni dopo (Monaco 1972) l’ultima volta ed è l’unico podio maschile, adeguatamente controbilanciate dal settore femminile che vede Emma Twigg e il 2 senza esercitare la propria supremazia, il 4 di coppia e l’otto femminile conquistare la piazza d’onore. Cinque medaglie, 3 ori e 2 argenti, per un totale di 25 atleti medagliati. La migliore Olimpiade.

Un gradino sotto, i cugini australiani: uomini e donne a specchio, un oro e un bronzo per entrambi i settori e, in totale, 4 medaglie. Rispetto a Rio, gli argenti diventano bronzi c’è un oro in più. Rispetto a Londra, una medaglia in meno ma in GBR no “gold medals”. Due ori sul filo, entrambi nel 4 senza. Uno dietro l’altro: 34 centesimi sulle donne olandesi, 37 sugli uomini rumeni.  

E’ impressionante la crescita dell’Olanda, terza inquilina del medagliere. Dal singolo di bronzo di Londra, alle tre (una per colore) di Rio, alle cinque di Tokyo. Cinque che potevano esser anche sei senza l’inciampo del 4 di coppia femminile. A vincere, dopo il titolo mondiale 2019, è il quadruplo maschile ma l’orange team è competitivo su tutti i fronti dato che è presente in 8 finali. Le donne di Josy Verdonkshot non vincono alcun titolo olimpico ma salgono tre volte sul podio.

Come l’Olanda, anche la Romania cresce moltissimo. Vengono pienamente ripagati gli sforzi di Antonio Colamonici, giovane DT partenopeo. Una nazione assente dal medagliere londinese e capace di raccogliere solo un bronzo a Rio. A Tokyo stravince il doppio femminile e brillano anche gli argentati 2 e 4 senza maschili.  

Ovviamente dell’Italia di Franco Cattaneo, sesta nel medagliere al pari della Cina di Redgrave,  parliamo a parte ma con le sue 3 medaglie, un oro e due bronzi, è pienamente competitiva per il vertice. Tre medaglie e cinque finali. Numeri che avrebbero potuto più importanti, forse anche migliori delle Olimpiadi di Sidney 2000, se il dado lanciato nel Monopoli di Tokyo non ci avesse condotto a pescare diverse, amare, carte degli Imprevisti.

Diciotto nazioni sul podio a Tokyo, tre in meno rispetto a Rio de Janeiro. Una nazione in più, a Tokyo, a vincer l’oro (11 e non 10). Allora citiamo il doppio maschile della Francia, il 2 senza maschile dei fratelli Sinkovic (Croazia), il 4 di coppia femminile della Cina, l’otto femminile del Canada e, per tornare in Italia, l’ottimo lavoro condotto da Gianni Postiglione, con il singolista della Grecia che spodesta i colossi della specialità 5 anni dopo la finale nel 4 senza Pesi Leggeri, e da Antonio Maurogiovanni (con i suoi collaboratori Giuseppe De Vita e Ciro Prisco),  per le due medaglie (oro nel doppio Pesi Leggeri) della sua Irlanda.

E infine le grandi sconfitte. La Gran Bretagna, prima di tutto, impegnata in un pesantissimo regolamento dei conti e in crisi sotto ogni punto di vista: strutturale e tecnico, in primis, con la mannaia di UK Sport pronta ad abbattersi sui contributi economici per la preparazione delle Olimpiadi di Parigi. Dalle nove medaglie di Londra, alle cinque di Rio al drammatico quattordicesimo posto di Tokyo con l’argento del 4 di coppia e il bronzo dell’otto maschile. Poco meglio la Germania, con 2 argenti. Spariscono gli Stati Uniti e, con loro, la cultura dei College e della barca lunga con gli infelici quarti posti delle Ammiraglie, tra cui l’annunciata, per quanto rumorosissima, “caduta delle dee”. L’otto femminile, oro olimpico a Pechino, Londra e Rio e questa volta rimasto ai piedi del podio. Non solo “zeru tituli” ma pure zero medaglie.

LA FORZA DELLA CONTINUITA’: IL BRONZO DI OPPO E RUTA

Oppo e Ruta dopo la premiazione (foto Canottaggio.org)

L’ultimo minuto. Quello di Londra 2012, con la salita al volo sul doppio Pesi Leggeri al fianco di Elia Luini per sostituire l’infortunato Lorenzo Bertini. Quello di Rio de Janeiro 2016, per andare a ricoprire il delicato ruolo di capovoga di un 4 senza Pesi Leggeri alla ricerca di un’identità vincente. Due Olimpiadi, la prima segnata dal dispiacere per il mancato raggiungimento della finale e la seconda dal retrogusto amaro perché il quarto posto è la peggior moneta possibile per ricambiare anni e anni di gravoso impegno. Dai tempi della Coppa del Mondo nel singolo Pesi Leggeri, con le medaglie vinte in campo di regate deserti. Da prima ancora.

Una persona umile e lavoratrice (a tutti i livelli, ricordiamo la sua esperienza da falegname) come Pietro Ruta non poteva che trovarsi bene con una figura più giovane ma di altrettanto eccezionale valore umano, prima che tecnico, quale Stefano Oppo, forgiato dal College Remiero di Piediluco. Fatti l’uno per l’altro e in Brasile il destino li ha accoppiati. Da quel bruciante quarto posto, un nuovo cammino con tappe di crescita importanti e tante medaglie: tre argenti consecutivi ai Mondiali, quattro medaglie (un oro, un argento e due bronzi) agli Europei. La forza della continuità.

Coraggio e intelligenza, quest’ultima dote evidenziata soprattutto nella finale olimpica. Irlanda fuori portata, Germania battuta per 13 centesimi un anno fa agli Europei ma a Tokyo capace di esprimersi su valori leggermente superiori. In un campo di regata dalle mille insidie, la scelta di metter in cassaforte il bronzo paga. Si, è vero. Per il loro coraggio, spesso e volentieri penso a questo doppio, Pietro e Stefano, come alla “Piccola vedetta lombarda” e al “Tamburino sardo” di deamicisiana memoria. Coraggiosi, commoventi, ma purtroppo finiti sotto il fuoco degli austriaci. Il quarto posto, con il potenziale impallinamento da parte di Repubblica Ceca o Belgio, equivaleva alla stessa fine. “Era importante non lasciarsi prendere dalla foga, quello che è successo ieri alla Norvegia era ancora davanti ai nostri occhi”. Parole sacrosante quelle di Stefano, prima medaglia olimpica a Tokyo della sua amata Sardegna, segnata dagli incendi a cui va la dedica per questo eccezionale risultato così come il primo pensiero di Peppo va al lago di Como e ai paesi danneggiati dall’alluvione.

Umili e generosi. C’è una “moda” per tutte le stagioni: questa doveva esser quella di un podio da raggiunger a tutti i costi per finalizzare 5 anni di incredibili sacrifici e la regolarità, manifestata anche nella madre di tutte le sfide, è stata la strada giusta che Ruta e Oppo hanno imboccato arrivando alla tanta agognata medaglia. Nessuno la meritava più di loro. Oggi attenti ragionieri, chissà se a Parigi per far la differenza e battere finalmente questa eccezionale Irlanda servirà esser sbarazzini sognatori.

FEDERICA&VALENTINA: GRAZIE, REGINE DELLE ACQUE!

Valentina Rodini e Federica Cesarini (foto Canottaggio.org)

Federica Pellegrini per il Nuoto e Valentina Vezzali per la Scherma. Due nomi di valore eccezionale per lo Sport in Italia. Un oro e un argento in cinque Olimpiadi per la Divina, sei volte campionessa mondiale. Sei titoli olimpici e sedici iridati nel fioretto per la più grande sportiva medagliata di sempre.

Ecco, anche noi abbiamo Federica e Valentina. Cesarini e Rodini, due campionesse entrate alle 3:17 di questa mattina nella storia del Canottaggio e dello Sport italiano. La vittoria ai Giochi Olimpici di Tokyo nel doppio Pesi Leggeri, con quei 150/200 metri finali “spaccacuore” (e soprattutto spaccaOlanda, spaccaFrancia e spaccaGBR) rimarranno nella nostra mente per molti anni ancora.

Il 29 luglio 2021, 45 anni dopo la prima edizione delle Olimpiadi aperte alle Donne, inizia una nuova storia per il Canottaggio di casa nostra grazie alle basi gettate 5 anni fa con una rinnovata attenzione da parte della nostra Federazione, dal presidente Abbagnale al vice Crispi passando per la direzione tecnica di Franco Cattaneo, nei confronti del Canottaggio femminile. Da non dimenticare, certamente, la possibilità di una sponsorizzazione dedicata alle loro esigenze: la COOP, arrivata grazie alla regia dell’ex consigliere nazionale Crozzoli.

Stefano Fraquelli, da oggi anche ufficialmente più bello del suo sosia Nicolas Cage, e Gigi Arrigoni, con la sua rassicurante barba bianca, sono i due perfetti angeli custodi delle nostre Donne. Ci sono le punte di diamante, Valentina e Federica, che vincono l’oro ma anche altri tre equipaggi: dallo splendido 4 di coppia quarto classificato al doppio e al 2 senza che lottano sino all’ultimo centimetro per la miglior posizione possibile. C’è un movimento in crescita a ogni livello. Il messaggio più bello che porta con sé l’oro del doppio Pesi Leggeri è proprio questo. “Care famiglie italiane, il Canottaggio è uno sport femminile: portate le vostre bambini nella Società Canottieri più vicina a casa vostra”.

La vittoria del doppio Rodini-Cesarini non è il frutto del caso ma di un inseguimento costante della migliore performance. La vittoria della finale B (con conquista del pass olimpico) al Mondiale di Linz 2019 è un punto di svolta, fa seguito a una stellare prova di Coppa del Mondo a Poznan in cui le azzurre, sempre davanti, cedono per soli 9 centesimi il primo posto alla Nuova Zelanda. Il 2020, in assenza di competizioni ufficiali, vede Valentina e Federica raggiungere il secondo posto agli Europei dietro l’Olanda. Europei vinti, con il primo straordinario segnale, a Varese nell’aprile scorso.

Si, il destino. Due ragazze predestinate, perché il successo arriva nonostante l’infortunio che tiene fuori Valentina dagli impegni ufficiali degli ultimi 3 mesi e mezzo. Il recupero è graduale, Tokyo è la seconda gara, quella decisiva, della stagione. Loro la vincono, esercitando negli ultimi 150/200 metri la differenza perché è in quella piccola porzione di campo di regata che, in genere, nascono e muoiono i sogni. In questa Olimpiade, in quell’attimo, il spuntano due nuove e luminose stelle nel firmamento dello Sport italiano. Federica e Valentina, grazie per averci riportato lassù 21 anni dopo l’ultima impresa a cinque cerchi del 4 di coppia. Dai Cavalieri alle Regine delle Acque.

IL BRONZO DELLA RESILIENZA NELLA NOTTE DEL FATO

Un bronzo (4 senza maschile – foto Canottaggio.org), un quarto (4 di coppia femminile) e un quinto (4 di coppia maschile) posto, altre due barche (i doppi leggeri maschile e femminile) in finale A e altre due (i due senza maschile e femminile) in finale B. Ecco la quinta giornata delle Olimpiadi del Canottaggio, seguita da migliaia di appassionati remieri nel corso di una notte che ha regalato gioia e ansia, soddisfazione e delusione.

Prima di tutto, indipendentemente dagli accadimenti di questa notte, occorre dire che cinque barche azzurre (su nove) già promosse all’ultimo atto della competizione, in attesa ancora del singolista Gennaro Di Mauro, sono il segnale di un movimento in grande salute e di una preparazione tecnica e atletica di ottimo livello. Cinque, ma che potevano esser anche già sei senza il grave intoppo mattutino. La positività di Bruno Rosetti al Covid-19, di fatto, ha compromesso inevitabilmente anche la prestazione del 2 senza: Marco Di Costanzo è sceso dalla barca con cui, con lo stesso partner di Tokyo (Giovanni Abagnale), aveva vinto il bronzo a Rio per salire sul 4 senza e dar man forte ai compagni di barca con cui nel 2015, ad Aiguebelette, aveva vinto il Mondiale: Matteo Castaldo, Matteo Lodo e Giuseppe Vicino.

L’interpretazione della gara è stata secondo il consueto canovaccio. Italia brava a contenere nei primi 1200 metri e poi eccezionale nel scatenarsi con ripetuti attacchi e un’eccezionale chiusura. Gli ultimi metri potevano esser consegnati alla storia e invece… Dopo 3 Olimpiadi consecutive, si consumava la disfatta della Gran Bretagna: sfiancata, senza più energia, i sudditi di sua Maestà “sbarellavano” prima verso l’Australia e poi, ahinoi, verso l’Italia, compromettendone sicuramente la corsa verso l’argento (Romania) e, probabilmente, almeno la possibilità di costringere gli aussie a sudarsi il titolo sino all’ultimo centimetro. E’ un bronzo di valore capitale per come è arrivato, per la tenacia con cui il DT Cattaneo e il suo staff hanno lavorato prima in primavera per renderlo più competitivo possibile e, soprattutto oggi, per aver saputo trovare la giusta strada una volta appresa la notizia della positività di Bruno.

Leggo tanti commenti sulla finale del 4 di coppia. C’è chi parla di errori, commessi su un campo di regata in condizioni disastrose, dettati dall’inesperienza e chi, invece, di fatalità. Secondo il veterano (5 Olimpiadi) Simone Venier, “oggi doveva vincere chi avrebbe sbagliato meno, e così è stato”. Questo risultato non rappresenta minimamente il valore di un equipaggio diventato campione d’Europa nel 2021 e, con il compianto Mondelli al posto di Venier, campione (2018) e bronzo (2019) mondiale. La rabbia di oggi, soprattutto per gli esordienti olimpici Andrea, Luca e Giacomo, sarà energia fondamentale già da domani per cancellare questo maledetto 28 luglio e ripartire con massima convinzione in direzione Parigi. Complimenti, quindi, a chi ha sbagliato meno: una concreta Olanda, a cui l’Italia stava andando via prima del filaremo, seguita da Gran Bretagna e Australia.

Il quarto posto del 4 di coppia è figlia della voglia di non arrendersi mai e della capacità di farsi trovare pronte e sfruttare, nel finale, il calo delle avversarie. Valentina Iseppi, Alessandra Montesano, Veronica Lisi e Stefania Gobbi hanno portato la loro barca a ridosso del podio a soli 1.25 dall’Australia mentre l’argento è andato alla Polonia, con 1.97 di vantaggio sulla barca azzurra, e l’oro alla Cina. Bravissimo Stefano Fraquelli, caposettore olimpico di un settore completamente rilanciato in questo quinquiennio.

Domani la semifinale del singolista Gennaro di Mauro e le finali dei due doppi pesi leggeri, il maschile (2:50 ora italiana), di Stefano Oppo e Pietro Willy Ruta, e femminile (3:10 ora italiana) , di Valentina Rodini e Federica Cesarini che, rispettivamente, hanno raggiunto la finale dietro all’Irlanda, facendo registrare anche il terzo miglior tempo, e vincendo la propria semifinale fissando anche il record del mondo.

Finale mancata, invece, per il due senza maschile rimaneggiato, di Giovanni Abagnale e Vincenzo Abbagnale, che dopo aver lottato strenuamente contro Croazia, Serbia, Canada e Olanda ha chiuso al quinto posto, e per quello femminile, di Aisha Rocek e Kiri Tontodonati, che ha concluso al sesto posto la propria semifinale che ha visto il passaggio in finale di Nuova Zelanda, Russia e Spagna. Nell’unica finale B in programma oggi, terzo posto – nono assoluto – per il doppio di Alessandra Patelli e Chiara Ondoli.

LA GRANDE NOTTE DEL CANOTTAGGIO AZZURRO

Notti speciali, in attesa che si trasformino in magiche. Anche per noi, anche per loro che da 5 anni, tra Sabaudia e Piediluco passando per i maggiori appuntamenti internazionali (Europei, Coppa del Mondo, Mondiali) e un 2020 segnato dal Covid-19, si allenano a spron battuto per inseguire il proprio sogno. Con grandissima generosità, senza mai risparmiarsi, seguendo alla lettera il programma d’allenamento del DT Franco Cattaneo e della squadra di tecnici.


Foto Canottaggio.org

Partiamo alle 3:10. Il 4 senza, per 3 quarti, è la barca di Rio de Janeiro. Con la potenza di Giuseppe Vicino e Matteo Lodo, arrivate a primavera inoltrata dal 2 senza, e il carisma Matteo Castaldo, dimostrazione vivente di come, se oggetto della giusta considerazione, non esista un età per coltivare un progetto ad alto livello. C’è la novità Bruno Rosetti, alla sua prima Olimpiade alla “tenera” età di 33 anni dopo aver lasciato il Canottaggio per otto stagioni e vivere svariate esperienze lavorative: dalle piattaforme petrolifere in Kazakistan alla raccolta della frutta in Australia. Già Australia, una delle favorite al trono del 4 senza. La sfida (persa) nelle ultime tre Olimpiadi con la Gran Bretagna, l’incognita Stati Uniti. La finale sarà uno spettacolo e l’Italia, mai come quest’anno, ha tutto per stupire.

Ho ricordi abbastanza nitidi delle “torture”, strillate a non finire, a cui Peppe Vicino mi sottoponeva non più tardi di una dozzina di anni fa nei viaggi in pullman da e per il campo di regata di Brive La Gaillarde, in Francia dove, da capovoga giovanissimo (secondo anno Ragazzi) vinse la sua prima al Mondiale Junior. Così anche delle lacrime di rabbia di Luca Rambaldi, a Eton, causate da quella Romania che portò via l’oro all’Italia. Luca, dopo l’esplosione di questo quadriennio (quinquiennio) vivrà la sua prima finale olimpica questa notte alle 3:30 in 4, 5 di coppia favoloso. All’esordio, a 27 anni, insieme ad altri giovani compagni di viaggio. Giacomo Gentili (24 anni) porterà in barca i preziosi insegnamenti ricevuti da Agostino Abbagnale. Un predestinato: alla domanda “Dove ti vedi tra 10 anni?”, formulata nel 2014, disse “In un corpo militare ad allenarmi per le Olimpiadi”. Obiettivo raggiunta prima, molto tempo prima. Andrea Panizza (23 anni) farà certamente mente locale a proposito di anni e anni di pratica con il Mito: il novantaquattrenne Giuseppe Moioli, campione olimpico a Londra 1948. E poi l’esperienza di Simone Venier, papà di Gioele alla sua quinta Olimpiade e presente anche nell’ultima argentata finale del 4 di coppia di Pechino 2008.

Quel che Olanda e Polonia non vedranno e non potranno calcolare, in un confronto al cardiopalmo, sarà l’apporto che Filippo Mondelli, in termini di ispirazione, esempio (per abnegazione e dedizione al lavoro) motivazione e voglia dei nostri ragazzi di dedicargli il più grande dei traguardi possibili, darà questa notte.

Alle 3:50 il quattro di coppia femminile di Stefania Gobbi, Veronica Lisi, Alessandra Montesano e Valentina Iseppi proverà a spingersi il più lontano possibile in una finale che già rappresenta un grande obiettivo raggiunto. Mancava da 37 anni all’Italia quando Raffaella Memo, Alessandra Borio, Donata Minorati, Antonella Corazza e la timoniera Roberta Del Core chiusero seste. Antonella Corazza disputò la batteria nel singolo ma poi venne dirottata sul quattro di coppia per sostituire Paola Grizzetti infortunatasi durante un allenamento. Le nostre agguerrite azzurre dovranno vedersela con Cina, Polonia e Olanda, il podio dei Mondiali 2019. Venderanno carissima la pelle. Ventisei anni Stefania, 24 Valentina, 23 Alessandra: con loro la caparbia Veronica, 34 anni a ottobre, tornata ai remi nel 2018 dopo 15 anni di stop agonistico.

Terminate le finali, il programma prevede l’inizio delle semifinali, due per ogni specialità e i primi tre accederanno alla finale, con l’Italia che sarà in gara in quattro di esse. Il primo equipaggio a scendere in acqua per l’Italia, alle 11.30 (4.30 italiane) sarà il doppio pesi leggeri maschile, di Stefano Oppo e Pietro Willy Ruta. Alle 11.50, le 4.50 italiane, sarà in acqua, invece, il doppio pesi leggeri femminile di Valentina Rodini e Federica Cesarini. Alle 12.10 (5.10 italiane) prenderà il via la semifinale del due senza maschile, di Giovanni Abagnale e Marco Di Costanzo. L’ultima semifinale sarà alle 12.30, 5.30 italiane, e vedrà in gara il due senza di Kiri Tontodonati e Aisha Rocek 

TOKYO: 4 SENZA TRA I MIGLIORI, DONNE IN PRIMA FILA

Le prime notti olimpiche regalano la consapevolezza di poter contare su una Nazionale competitiva su ogni fronte. Tre barche (4 di coppia maschile e femminile, 4 senza maschile) in finale, cinque (doppio leggero maschile e femminile, singolo maschile, 2 senza maschile e femminile) in semifinale. Ci saluta solo il doppio di Alessandra Patelli e Chiara Ondoli, quarte oggi nella loro semifinale dopo aver lottato alla pari per circa 1000 metri.

il 4 senza maschile raggiunge subito la finale senza spendere troppe energie in un acceso confronto con i campioni europei della Gran Bretagna. Peppe Vicino, Matteo Lodo, Bruno Rosetti e Matteo Castaldo chiudono a poco più di due secondi dagli inglesi con il segnale ricevuto dall’altra batteria: non solo l’Australia, per il podio ci sarà da fare i conti anche con gli Stati Uniti.

Fermo restando certe uscite che rabbrividiscono, Bruno che dice “questa Olimpiade la sto affrontando come una Coppa del Mondo”, il nostro 4 senza, cosi come il 4 di coppia, sta dimostrando di avere tutte le carte in regola per non precludersi il più ambizioso degli obiettivi di questa Olimpiadi.

il 4 di coppia femminile (foto Canottaggio.org) compie l’impresa e si ricolloca sullo scacchiere di partenza della finale 37 anni dopo l’ultima e unica volta Valentina Iseppi, Alessandra Montesano, Veronica Lisi e Stefania Gobbi non solo rimangono sempre attaccate alle australiane, prime nel recupero per 77 centesimi, ma escludono Nuova Zelanda e Gran Bretagna dalla finale. È l’ennesima indicazione del salto di qualità compiuto dall’Italia in questo quadriennio nel settore femminile.

Capitolo doppi leggeri. Pietro Ruta e Stefano Oppo si attestano in batteria dietro la Germania, Valentina Rodini e Federica Cesarini dietro la Francia. In semifinale, il 2 senza di Marco Di Costanzo e Giovanni Abagnale arriva con il secondo posto dietro l’Australia. Il 2 senza di Aisha Rocek e Kiri Tontodonati stacca il pass per il penultimo atto dei Giochi con il terzo posto, cosi il giovanissimo e bravissimo Gennaro Di Mauro supera i quarti e approda in semifinale con il singolo 33 anni dopo l’ultima volta.

TOKYO: IL 4 DI COPPIA RITROVA LA FINALE DOPO 13 ANNI

Tre barche su quattro superano il turno in occasione della giornata inaugurale dei Giochi Olimpici. Le acque del Sea Forest Waterway vedono l’Italia accedere immediatamente alla finale nel 4 di coppia con i campioni europei Simone Venier, Andrea Panizza, Luca Rambaldi e Giacomo Gentili, alla semifinale con il doppio di Alessandra Patelli e Chiara Ondoli e ai quarti con il singolista Gennaro di Mauro.

Il duello degli azzurri con i polacchi è l’elemento più interessante di questa giornata. I due equipaggi realizzano i migliori tempi di giornata, più bassi anche degli iridati olandesi che si aggiudicano la seconda batteria. Tre equipaggi con valori simili, corsa apertissima verso il titolo olimpico per cui l’Italia, riflettendo in questi giorni su ciò che è mancato per precedere la Polonia, potrà sicuramente trarre spunti interessanti per esprimere totalmente un potenziale di enorme valore. Arrivare dietro, seppur d’un soffio, può rappresentare un aspetto molto positivo dal punto di vista della motivazione e della concentrazione a non trascurare alcun dettaglio in una finale in cui l’Italia mancava da Pechino 2008. Resta, come depositario di quella impresa (argento), Simone Venier, oggi trentasettenne e alla sua quinta Olimpiade.

Il doppio femminile è terzo dietro a Romania e Canada al termine di una batteria condotta sempre in attacco per tenere a distanza la formazione russa. Di Mauro si piazza alle spalle della Danimarca, mentre dovrà affrontare i recuperi il quadruplo femminile di Valentina Iseppi, Alessandra Montesano, Veronica Lisi e Stefania Gobbi che, con il terzo posto, rimane fuori dalle due posizioni valide per l’accesso diretto alla finale.

Notte azzurra, la prossima, con il 2 senza femminile (Aisha Rocek, Kiri Tontodonati) alle 2:20, il 2 senza maschile (Marco Di Costanzo, Giovanni Abagnale) alle 3, il doppio leggero femminile (Valentina Rodini, Federica Cesarini) alle 3:20, il doppio leggero maschile (Pietro Ruta, Stefano Oppo) alle 3:50 e il 4 senza (Bruno Rosetti, Matteo Castaldo, Matteo Lodo, Giuseppe Vicino) alle 4:50.

VAI, ITALIA!

Ci siamo. Un anno dopo. Finalmente. Olimpiade sia, non con tutti i crismi a causa della necessità di contenere gli effetti ancora perduranti della pandemia ma Olimpiade sia per l’impegno, per la forza, per le emozioni e per il cuore che ogni vogatrice e ogni vogatore metterà dentro il Sea Forest Waterway.

L’Italia (foto Alessandro Carbonara/Canottaggio.org) chiamata a raccogliere il frutto non di 5 ma, per buona parte dei protagonisti, 9 anni di lavoro. La buona gestione di Franco Cattaneo, prima coordinatore e stretto collaboratore di Giuseppe La Mura e poi dal 2017 Direttore Tecnico della nostra Nazionale, e di un collaudato staff di esperti e preparati tecnici: dai capisettori olimpici Andrea Coppola e Stefano Fraquelli ai loro collaboratori Claudio Romagnoli, Giovanni Lepore, Giancarlo Romagnoli e Gigi Arrigoni.

Un attraversamento non semplice della foresta del Canottaggio internazionale con tre anni (2013-2015) di alterne fortune che, a uno sguardo più attento, rappresentavano il giusto periodo di preparazione alle sfide più dure. Prima tra tutte, l’Olimpiade di Rio de Janeiro 2016, finalizzata con i bronzi di 2 e 4 senza e i quarti posti dei doppi pesante e leggero. Poi, prima dell’interruzione del Covid-19, un cammino mondiale con numeri importantissimi: dieci medaglie olimpiche nelle tre rassegne iridate di Sarasota 2017, Plovdiv 2018 e Linz 2019, la qualificazione di nove imbarcazioni con l’esponenziale crescita del settore femminile, presente a Tokyo 2020 con ben 4 equipaggi.

Le aspettative, certamente, ci sono. Devono esserci quando grande è il lavoro svolto alla base per costruire un grande gruppo, renderlo competitivo e performante al pari delle maggiori potenze internazionali. Non conosciamo pienamente il valore dei nostri avversari, alcuni dei quali non presentatisi in occasione degli Europei e delle tappe di Coppa del Mondo, ma siamo rassicurati da una squadra in larga parte matura e attrezzata per affrontare difficoltà di ogni tipo. Atleti “intercambiabili”, pronti a dire la loro a bordo di ogni imbarcazione

In bocca al lupo a tutto lo staff tecnico e medico, in special modo ai 26 atleti che vedremo lottare per la maglia azzurra a Tokyo spremendo sino all’ultima goccia di sudore. Mi correggo, 27, perché Pippo Mondelli, pur avendoci fisicamente lasciato lo scorso 29 aprile, è sempre con noi e sono certo che la nostra Nazionale, alle Olimpiadi, si specchierà in lui. Sorridente, determinata, sempre a testa altissima! Vai Italia!

tokyo e SCOMMESSE. ecco i favoriti nelle 14 specialita’ olimpiche

Con molta curiosità, diamo un’occhiata ai favoriti secondo il sito di scommesse sportive più grande d’Europa a pochi giorni dal via alle prossime Olimpiadi di Tokyo. Naturalmente non è un invito a puntare i vostri soldi ma solo un’occasione per farci un’idea della percezione dei migliori equipaggi secondo il pubblico.

4 DI COPPIA FEMMINILE – Cina favorita per l’oro (1.30) davanti a Olanda e Germania. ITALIA AL SESTO POSTO

4 DI COPPIA MASCHILE – Olanda (1.60) con i favori del pronostico davanti a Italia (3.65) e Polonia (11).

DOPPIO FEMMINILE – Nuova Zelanda e Romania appaiate (2.20), Olanda, Stati Uniti e Lituania pure ma con quote molto più alte (16). ITALIA AL TREDICESIMO POSTO

DOPPIO MASCHILE – Ancora Cina leader (3) davanti a Irlanda (3.50) e Olanda (6)

4 SENZA FEMMINILE – Australia (1.80) data per favorita, poi Olanda (4.25) e USA (6)

4 SENZA MASCHILE – La Gran Bretagna (1.65), vincitrice delle ultime tre edizioni dei Giochi, è favorita. Poi c’è l’Australia (3.50), Italia e USA (entrambe a quota 11) per il bronzo.

DOPPIO PESI LEGGERI FEMMINILE – Gran Bretagna (3) parte davanti a tutte, leggermente avanti rispetto all’Olanda (3.65) e poi c’è l’Italia (4.25)

DOPPIO PESI LEGGERI MASCHILE – C’è quasi la certezza sull’affermazione dell’Irlanda (1.35), Germania (6), Norvegia (6.50) e Italia (8) a contendersi le altre due posizioni del podio.

DUE SENZA FEMMINILE – Grande incertezza, con la Nuova Zelanda (2.50) data leggermente favorita nel confronto con il Canada (3.50) e l’Australia (5). ITALIA AL DECIMO POSTO.

DUE SENZA MASCHILE – Non c’è nemmeno soddisfazione nel puntare sulla Croazia, data a 1.10. Australia e Serbia, entrambe a 16, vengono accreditate per le posizioni di rincalzo. ITALIA AL QUINTO POSTO.

SINGOLO FEMMINILE – La russa Prakatsen e l’irlandese Puspure partono allineate (2.75), poi c’è la neozelandese Twigg (6)

SINGOLO MASCHILE – In pole c’è il tedesco Zeidler (2.20), poi lo svedese Nielsen (3.20) e il norvegese Borch (6.50). ITALIA ALL’UNDICESIMO POSTO

OTTO FEMMINILE – La Nuova Zelanda (2.40) verso la rottura del potere statunitense (3.40) con anche l’Australia (5) tra le favorite.

OTTO MASCHILE – Gran Bretagna (2.10) e Germania (2.60) si giocano la leadership in un agguerrito contesto dove anche Olanda (9) e Stati Uniti (10) se la giocano per il bronzo.

OLIMPIADI? NO BALLO DEBUTTANTI. LA GRAN BRETAGNA VERSO TOKYO

Sono 45 i vogatori selezionati per competere con British Rowing ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020 questa estate. In gara 24 donne e 21 uomini, i debuttanti sono ben 37!

Il direttore dell’high performance del canottaggio britannico Brendan Purcell commenta: “Quando abbiamo qualificato le nostre dieci barche per i Giochi Olimpici nel settembre 2019, non avevamo idea delle sfide che ci aspettavano. Abbiamo sfruttato il periodo di lockdown lontano dalla competizione per concentrarci su noi stessi e sullo sviluppo individuale. Da allora, il gruppo ha prosperato, arrivando in cima al medagliere sia agli Europei del 2021 che alla seconda prova di Coppa del Mondo. Ovviamente, questi Giochi Olimpici saranno un’esperienza completamente diversa, essendo la prima volta in oltre due anni in cui gareggeremo contro molti equipaggi del resto del mondo. Crediamo nel lavoro che stiamo facendo e nei risultati delle nostre prestazioni, sarà una grande opportunità per gli allenatori e gli atleti che potranno scrivere un capitolo unico in questo anno unico”.

Women’s single sculls (W1x)

Victoria Thornley (Club: Leander Club / Hometown: Wrexham)
Coach: Paul Reedy

Women’s pair (W2-)

Helen Glover (Marlow RC / Penzance)
Polly Swann (Univ. of Edinburgh & Leander Club / Edinburgh)
Coach: Hamish Burrell

Lightweight women’s double sculls (LW2x)

Emily Craig (University of London BC / Mark Cross)
Imogen Grant (Cambridge Univ. Women’s BC / Cambridge)
Coach: Darren Whiter

Men’s double sculls (M2x)

Graeme Thomas (Agecroft RC / Preston)
John Collins (Leander Club / Twickenham)
Coach: Dan Moore

Women’s four (W4-)

Rowan McKellar (Leander Club / Glasgow)
Harriet Taylor (Sir William Perkins’ School / Sunningdale)
Karen Bennett (Leander Club / Edinburgh)
Rebecca Shorten (Imperial College BC / Belfast)
Coach: James Harris

Men’s four (M4-)

Oliver Cook (Univ. of London BC / Windsor)
Matthew Rossiter (Leander Club/ Newbury)
Rory Gibbs (Oxford Brookes University / Marlow)
Sholto Carnegie (Leander Club / Oxford)
Coach: Robin Williams

Women’s quadruple sculls (W4x)

Mathilda Hodgkins-Byrne (Reading Univ. BC / Hereford)
Hannah Scott (Leander Club / Coleraine)
Charlotte Hodgkins-Byrne (University of London BC / Hereford)
Lucy Glover (Edinburgh Univ BC / Warrington)
Coach: Lauren Fisher

Men’s quadruple sculls (M4x)

Harry Leask (Leander Club / Edinburgh)
Angus Groom (Leander Club / Glasgow)
Thomas Barras (Leander Club / Staines)
Jack Beaumont (Leander Club / Maidenhead)
Coach: Paul Stannard

Women’s eight (W8+)

Fiona Gammond (Leander Club / Bicester)
Sara Parfett (University of London BC / Rochester)
Rebecca Edwards (Leander Club / Aughnacloy)
Chloe Brew (Leander Club / Plymouth)
Katherine Douglas (Leander Club / Edinburgh)
Caragh McMurtry (Southampton Coalporters ARC / Southampton)
Rebecca Muzerie (Molesey BC / Fareham)
Emily Ford (Leander Club / Holmes Chapel)
Matilda Horn (cox) (Univ. of London BC / Windsor)
Coach: Tom Pattichis

Men’s eight (M8+)

Joshua Bugajski (Oxford Brookes Univ. BC / Stockport)
Jacob Dawson (Leander Club / Plymouth)
Thomas George (Leander Club / Cheltenham)
Mohamed Sbihi (Molesey BC / Surbiton)
Charles Elwes (Leander Club / Andover)
Oliver Wynne-Griffith (Leander Club / Guildford)
James Rudkin (Newcastle Univ. BC / Litchborough)
Thomas Ford (Leander Club / Holmes Chapel)
Henry Fieldman (cox) (Leander Club / London)
Coach: Steve Trapmore

Spare rowers

Madeleine Arlett (Edinburgh Univ. BC / Selkirk)
Morgan Bolding (Oxford Brookes University / Withiel)
Saskia Budgett (Tideway Scullers’ School / Acton)
Matthew Tarrant (Oxford Brookes Univ BC / Shepperton)

TUTTI I PROTAGONISTI DELLE OLIMPIADI. C’è ANCHE IL 45ENNE TUFTE

Per la prima volta ci sarà un numero uguale di vogatori e vogatrici ai Giochi Olimpici e anche un numero record di paesi partecipanti. Ottanta nazioni rappresentate tra due settimane al Sea Forest Waterway nella baia di Tokyo.

Un totale di 526 atleti: 263 donne e 263 uomini si affronteranno nelle 14 specialità olimpiche. Olanda presente con 11 equipaggi, tallonata da Canada e Gran Bretagna, entrambi con 10.

Ritorna il 4 senza femminile quasi trent’anni dopo l’ultima volta. Barcellona 1992. L’Australia è campione mondiale, le atlete McIntyre e Morrison gareggeranno anche nel 2 senza così come le avversarie neozelandesi Gowler e Prendergast. La Gran Bretagna schiera la bicampionessa olimpica Helen Glover con Polly Swann. L’otto maschile della Gran Bretagna, oro a Rio 2016, è totalmente rinnovata ma brilla per la presenza di Sbihi, due volte campione olimpico. Discorso a parte per la Germania, principale avversaria, cambiato solo per metà. Nel singolo l’irlandese Sanita Puspure e il tedesco Oliver Zeidler.

Benvenute alle new entries. Benin, Repubblica Dominicana, Costa d’Avorio, Marocco, Namibia, Nicaragua, Arabia Saudita, Sudan e Uganda. Buona fortuna a Olaf Tufte, compagno di viaggio del Canottaggio da Atlanta 1996 con 2 ori, un argento e il bronzo (che gli mancava) vinto in Brasile nel doppio 5 anni fa.

PRONTA LA NUOVA ZELANDA PER TOKYO. L’ALIENO BOND SU UN OTTO UMANO

Sono trentadue i vogatori e le vogatrici della Nuova Zelanda che parteciperanno alle Olimpiadi di Tokyo.  Gary Hay guiderà sia il 2 senza sia l’otto femminile che vedrà protagoniste Jackie Gowler, Beth Ross, Phoebe Spoors, Kirstyn Goodger, Kelsey Bevan, Lucy Spoors, Emma Dyke ed Ella Greenslade con al timone Caleb Shepherd.  

Gowler e Prendergast cercheranno il riscatto nel 2 senza dopo il quarto posto ottenuto a Rio 2016. Brooke Donoghue gareggerà con Hannah Osborne nel doppio. Olivia Loe, Eve Macfarlane, Georgia Nugent-O’Leary e Ruby Tew comporranno il 4 di coppia. Emma Twigg, per la quarta volta, difenderà i colori dei kiwi nel singolo, specialità che in campo maschile vede Jordan Parry effettuare il suo debutto. Nel doppio, invece,  tocca a Chris Harris e Jack Lopas

A 21 anni, Dan Williamson è il più giovane rappresentante  della squadra neozelandese e sarà parte dell’Ammiraglia insieme a Tom Mackintosh, Philip Wilson, Matt MacDonald, Michael Brake, Shaun Kirkham, Hamish Bond, Tom Murray e al timoniere Sam Bosworth. Bond, toh chi si rivede! Stephen Jones e Brook Robertson affronteranno l’Olimpiade in 2 senza. Charlotte Spence, Davina Waddy e Ollie Maclean viaggeranno a Tokyo come riserve.

PRESENTATA A SABAUDIA L’ITALIA PER TOKYO

La Nazionale è pronta, la Nazionale partirà per raggiungere Tokyo e partecipare ai XXXII Giochi Olimpici estivi. Mancano esattamente tre settimane all’esordio, previsto sulle acque del Sea Forest Waterway venerdì 23 luglio. L’ufficializzazione degli equipaggi, alla presenza del Presidente Federale Giuseppe Abbagnale, dei Vicepresidenti Michelangelo Crispi e Antonio Giuntini, del Segretario Generale Maurizio Leone, della Funzionaria Ambra Di Miceli e del Direttore Tecnico Francesco Cattaneo, è avvenuta nell’ambito di una sobria cerimonia serale sulla spiaggia di Sabaudia. Una presentazione con una doppia sorpresa: l’assenza del Coni e la presenza della FISA con il suo direttore esecutivo Matt Smith.

Sono 26 gli atleti azzurri (15 uomini e 11 donne), comprese le riserve, convocati nelle 9 specialità qualificate: 5 maschili (quattro senza, quattro di coppia, due senza, singolo senior e doppio pesi leggeri) e 4 femminili (quattro di coppia, doppio, due senza senior e doppio pesi leggeri).

TUTTE LE FORMAZIONI

QUATTRO DI COPPIA MASCHILE – Simone Venier (Fiamme Gialle), Andrea Panizza (Fiamme Gialle/Moto Guzzi), Luca Rambaldi (Fiamme Gialle), Giacomo Gentili (Fiamme Gialle/SC Bissolati)

QUATTRO SENZA MASCHILE – Matteo Castaldo (Fiamme Oro/RYCC Savoia), Bruno Rosetti (CC Aniene), Matteo Lodo (Fiamme Gialle), Giuseppe Vicino (Fiamme Gialle)

SINGOLO MASCHILE – Gennaro Di Mauro (CC Aniene)

DUE SENZA MASCHILE – Giovanni Abagnale (Marina Militare), Marco Di Costanzo (Fiamme Oro)

DOPPIO PESI LEGGERI MASCHILE – Stefano Oppo (Carabinieri), Pietro Willy Ruta (Fiamme Oro)

QUATTRO DI COPPIA FEMMINILE – Valentina Iseppi (CC Aniene), Alessandra Montesano (Fiamme Gialle/SC Eridanea), Veronica Lisi (SC Padova), Stefania Gobbi (Carabinieri/SC Padova)

DOPPIO FEMMINILE – Alessandra Patelli (SC Padova), Chiara Ondoli (CC Aniene)

DUE SENZA FEMMINILE – Kiri Tontodonati (Fiamme Oro/CUS Torino), Aisha Rocek (Carabinieri/SC Lario)

DOPPIO PESI LEGGERI FEMMINILE – Valentina Rodini (Fiamme Gialle/SC Bissolati), Federica Cesarini (Fiamme Oro/SC Gavirate)

RISERVE – Vincenzo Abbagnale (Marina Militare), Luca Chiumento (Fiamme Gialle/SC Padova), Clara Guerra (Fiamme Gialle/CC Pro Monopoli)



PRESENTATA LA 32A EDIZIONE DEL FESTIVAL DEI GIOVANI CON 1700 ATLETI

Scatta domani la 32^ edizione del Festival dei Giovani, la più grande manifestazione sportiva a livello nazionale rivolta agli atleti da 9 ai 14 anni che animerà la Schiranna di Varese fino a domenica. La Canottieri Varese ha deciso di raccogliere l’invito della Federazione e ospitare un altro evento d’alto livello dopo gli Europei Assoluti di inizio aprile. Attesi a Varese oltre 1700 giovani prospetti in rappresentanza di tutte le società remiere d’Italia.

“Stiamo facendo del nostro meglio e siamo contenti di aver dato a tutti i giovani la possibilità di gareggiare – spiega Pierpaolo Frattini, Direttore Generale della Canottieri Varese -. Questa è una delle manifestazioni a livello nazionale in assoluto più importanti e avremo anche diversi sponsor di rilievo tra cui Kinder che installerà un villaggio per i ragazzi. Ormai ci siamo, stringiamo i denti, incrociamo le dita e speriamo che tutto vada per il meglio”.
Davide Galimberti, Sindaco di Varese: “Dopo l’evento di aprile, questa è una kermesse che rafforza il ruolo di Varese nel mondo del canottaggio e per quanto riguarda l’aspetto turistico. A distanza di tre mesi circa dagli Europei Assoluti, c’è un altro evento che porta nella nostra città tante persone e questo è un dato di fatto straordinario. Il canottaggio rappresenta, come dimostrato in questi anni, un’attrattiva importante per il turismo nelle nostre zone e speriamo che lo sia anche nel 2022, nel 2023 e negli anni a venire”.

In rappresenta della Camera di Commercio, Antonio Franzi: “Camera di Commercio, tramite il progetto Varese Sport Commission, è al fianco di questo evento. Stiamo tornando alla vita vera e completa ed è importante che lo sport ne faccia parte. L’obiettivo è tornare ai 50mila pernottamenti sul nostro territorio che nel 2019 il canottaggio ha offerto agli operatori turistici della zona. Pian piano vogliamo tornare su questi numeri e magari superarli”. Infine, Claudio Minazzi, vice presidente della Canottieri Varese: “Siamo orgogliosi. In primavera siamo partiti e ora abbiamo il piacere di ospitare una flotta di giovani e non potevamo scegliere di meglio”.

Il programma prevede una tre giorni a dir poco intensa con 3000 gare, una ogni 3 minuti. La prima è fissata per domani alle ore 12 e la giornata di sfide si chiuderà attorno alle 18.30; alle 19 si terrà la cerimonia d’apertura del Festival dei Giovani con l’accensione del braciere, l’inno nazionale e un giovane atleta che leggerà il saluto e la promessa.


Sabato
si inizierà alle 8 del mattino e fino alle 18 i giovani solcheranno le acque del lago dandosi battaglia; lo stesso anche domenica dalle ore 8 alle ore 15. La manifestazione sarà a porte chiuse ed è previsto un protocollo anti-covid da rispettare.

Sarà possibile seguire tutte le gare in diretta streaming sui canali youtube, twitter e facebook della Federazione.

LE OLIMPIADI GARA PER GARA. ECCO IL PROGRAMMA DEL CANOTTAGGIO

Realizzato sul lungomare, non distante dal centro di Tokyo, il Sea Forest Waterway è il campo gara del canottaggio e della canoa per i Giochi Olimpici. Dopo i Giochi verrà utilizzato per le competizioni internazionali delle due discipline e diventerà una delle principali location in Asia per gli sport acquatici. La capienza è pari a 16.000 spettatori.

Le finali si svolgeranno martedì 27 luglio (4 di coppia maschile, 4 di coppia femminile), mercoledì 28 luglio (2 di coppia maschile, 4 senza maschile, 2 di coppia femminile, 4 senza femminile), giovedì 29 luglio (2 di coppia Pesi Leggeri maschile, 2 senza maschile, 2 di coppia Pesi Leggeri femminile, 2 senza femminile) e venerdì 30 luglio (otto maschile, singolo maschile, otto femminile, singolo femminile).

Ecco il programma

DICA 33!

La Federazione Italiana Canottaggio ufficializza squadra olimpica e paralimpica per i due più importanti appuntamenti di questo quadriennio, anzi quinquiennio olimpico. Trentatrè atleti in tutto: 26 olimpici e 7 paralimpici, li vedremo rispettivamente all’opera dal 23 al 30 luglio e dal 27 al 29 agosto. Eccoli qui, nome per nome e società per società. Cercheremo di seguirli e di raccontarli qui e sulla pagina Facebook nel modo in cui merita un team così attento alla cura del dettaglio per raggiungere la miglior prestazione possibile. Scegliamo, come foto di lancio di questi due mesi di grandi emozioni, la squadra femminile. Mai così competitiva, mai così numerosa con 4 equipaggi (doppio leggero, 4 di coppia, 2 senza e doppio) e 11 atlete

Squadra Olimpica
Giovanni Abagnale (Marina Militare), Vincenzo Abbagnale (Marina Militare), Matteo Castaldo (Fiamme Oro/RYCC Savoia), Federica Cesarini (Fiamme Oro/SC Gavirate), Luca Chiumento (Fiamme Gialle/SC Padova), Marco Di Costanzo (Fiamme Oro), Gennaro Di Mauro (CC Aniene), Giacomo Gentili (Fiamme Gialle/SC Bissolati), Stefania Gobbi (Carabinieri/SC Padova), Clara Guerra (Fiamme Gialle/CC Pro Monopoli), Valentina Iseppi (CC Aniene), Veronica Lisi (SC Padova), Matteo Lodo (Fiamme Gialle), Alessandra Montesano (Fiamme Gialle/SC Eridanea), Chiara Ondoli (CC Aniene), Stefano Oppo (Carabinieri), Andrea Panizza (Fiamme Gialle/Moto Guzzi), Alessandra Patelli (SC Padova), Luca Rambaldi (Fiamme Gialle), Aisha Rocek (Carabinieri/SC Lario), Valentina Rodini (Fiamme Gialle/SC Bissolati), Bruno Rosetti (CC Aniene), Pietro Willy Ruta (Fiamme Oro), Kiri Tontodonati (Fiamme Oro/CUS Torino), Simone Venier (Fiamme Gialle), Giuseppe Vicino (Fiamme Gialle).

Squadra Paralimpica
Lorenzo Bernard (SC Armida), Alessandro Alfonso Brancato (RYCC Savoia), Lorena Fuina (SC Moto Guzzi), Gianfilippo Mirabile (SS Murcarolo), Greta Elizabeth Muti (SC Olona), Chiara Nardo (SC Padova), Cristina Scazzosi (SC Lago d’Orta).

SABAUDIA SI COLORA D’AZZURRO CON 14 MEDAGLIE

L’Italia non tradisce le attese dei suoi fans. A Sabaudia, tornata a ospitare un appuntamento internazionale dopo oltre 40 anni, la squadra del DT Cattaneo conquista la bellezza di 14 medaglie (6 oro, 6 argento, 2 bronzo) tra cui 7 nelle specialità olimpiche (oro nel quattro senza e nel quattro di coppia senior maschili, argento nel quattro di coppia senior femminile, otto maschile e nei due doppi pesi leggeri, maschile e femminile, bronzo nel doppio senior femminile). Le altre 7 nelle specialità non olimpiche, in gara ieri, e tutte nei pesi leggeri: oro nel quattro di coppia femminile e nel singolo, due senza e quattro di coppia maschile, argento nel singolo maschile e in quello femminile, bronzo nel due senza maschile.

In chiave olimpica, da segnalare lo slancio ripreso dal 4 senza con l’inserimento di Lodo e Vicino insieme a Rosetti e Castaldo. La vittoria di oggi, davanti a una Gran Bretagna diversa da quella di Lucerna, costituisce una bella iniezione di motivazioni e fiducia in vista di Tokyo. Sarà questo l’equipaggio che vedremo in Giappone? L’obiettivo, verso l’Olimpiade dei fantasmi (tante, troppe nazioni “invisisibili” come ad esempio l’Australia) è competere per l’oro. E’, quindi, possibile che si valuti ancora la situazione con molta attenzione prima di assumere una decisione definitiva. Di Costanzo e Abagnale nel 2 senza, Oppo e Ruta nel doppio Pesi Leggeri: una medaglia e una vittoria sfuggiti per un pugno di centesimi. Prendiamo sempre il lato positivo: “imprevisti” degli ultimi metri che oggi fanno relativamente male e tengono alta l’attenzione su quei dettagli che in chiave olimpica possono fare la differenza.

il 4 di coppia, in presenza della famiglia Mondelli e in assenza dell’Olanda, ci tiene sempre lassù con una rassicurante regolarità di prestazione. L’equipaggio è di spessore sempre più consolidato con un clima di fiducia reciproca positivo. Il veterano Venier e i giovani Panizza, Rambaldi e Gentili: felice alchimia tra esperienza, freschezza e irruenza, saggezza e tanta voglia di fare e stupire.

Patelli e Ondoli danno la scossa nel doppio, lasciando Buttignon e Guerra giù dal podio, ed è estremamente positiva anche la gara del 4 di coppia femminile, preceduto solo dalla Germania (come un propositivo otto maschile). Silvia Crosio ben sostituisce provvisoriamentr Valentina Rodini al fianco di Federica Cesarini nel doppio leggero. Avanti così

MIRABILE-NARDO. LA PARALIMPIADE DI TOKYO È REALTÀ

Gian Filippo Mirabile (Sportiva Murcarolo) e Chiara Nardo (Canottieri Padova) andranno alle Paralimpiadi nel doppio misto.

Un sabato di festa, una gioia incredibile per aver agguantato qualcosa che a lungo avevano prima solo sognato, poi piano piano costruito attraverso la programmazione e il lavoro e infine raggiunto con una tappa di qualificazione paralimpica, a Gavirate, davveri magistrale.

Un traguardo importante che ha gratificato in modo particolare il lavoro di tutta la squadra presente a Gavirate, a cominciare dal Capo Allenatore, Giovanni Santaniello, e i suoi collaboratori, i tecnici Pierangelo Ariberti, Cristina Ansaldi e Sara Prandini.

Ecco il pensiero di Chiara Nardo. “Sono felicissima e sinceramente ho creduto in questo risultato fin dalla batteria (vinta). Per me non è stato sicuramente facile raggiungere questo obiettivo perché ho iniziato a remare alla fine del 2019 e se pensiamo che la mia prima gara ufficiale è stata l’Europeo di Varese di aprile scorso, potete capire quanta poca esperienza agonistica nel canottaggio io abbia. Devo dire che mi reputo un’atleta con tanta testa e cuore e la lucidità e la freddezza in gara non mi sono mai mancate, con l’esperienza che ho acquisito nel mondo dell’ippica. Quando devo preparare una gara mi sento letteralmente investita da una gioia immensa perché adoro gareggiare. Dopo l’incidente del 2015, l’unica cosa che veramente mi mancava era gareggiare e dopo aver provato vari sport mi sono avvicinata al canottaggio che è risultato lo sport più compatibile con il mio fisico e con la mia testa. Devo dire che mi ha veramente preso il cuore perché, anche se gli allenamenti sono sicuramente duri, quando salgo in barca mi sento letteralmente al settimo cielo”. 

Così Gian Filippo Mirabile. “

“Oggi abbiamo fatto una gara perfetta. Pronti via eravamo tutti apparati ai 500, Australia davanti poi noi e Canada a fianco. Ai 1000 chiedo a Chiara un allungo, lei risponde ottimamente e mettiamo la punta avanti a tutti: da quel momento adrenalina pura con la barca pronta a volare ai 250 finali”. Le dediche. “Questa vittoria è dedicata alla Sportiva Murcarolo, al presidente Luca Cecchinelli che circa tre anni fa mi ha proposto di fare canottaggio, al mio allenatore Stefano Melegari, al mio primo coach nell’atletica leggera Sergio Lo Presti e al mio allenatore di paratriathlon Simone Biava per il supporto nel miglioramento a livello mentale, fisico e aerobico.  Ringrazio tutti i miei famigliari, i miei figli Ivan, Yuri e Dennis che quando vado via da casa mi aiutano con le mie gatte, tutti i miei amici che mi sostengono e  un ringraziamento particolare va ai miei datori di lavoro del centro medico Antietà che mi permettano sempre di partecipare ai raduni della Nazionale. Naturalmente grazie anche a tutto lo staff della nazionale: dal CT Santaniello a Sara Prandini passando per i miei compagni che hanno già qualificato la barca. Sono felice, è un sogno che si realizza: grazie soprattutto alla mia compagna di barca Chiara Nardo, siamo stati grandi”.

ITALIA SOLIDA E COMBATTENTE ANCHE A LUCERNA

Le Olimpiadi sono sempre più vicine. Due mesi. Oggi un primo e importante assaggio con avversari di qualità in tutte le specialità nonostante l’assenza di alcune tra le nazioni ed equipaggi più rappresentativi. L’Italia, forse meno brillante rispetto agli Europei di Varese, è ai primissimi posti in 6 delle 14 specialità olimpiche. Soffre di più ma lotta anche di più e tira fuori il carattere anche in situazioni difficili. Dove non arrivano le medaglie c’è comunque la voglia di esser tra i migliori. Due argenti, un bronzo, due quarti e un quinto posto, insieme alle tre medaglie di ieri nelle specialità non olimpiche: oro (Torre) e argento (Goretti) nel singolo pesi leggeri maschile e bronzo (Fede Cesarini) nel singolo pesi leggeri femminile.

Senza la Croazia, Lodo e Vicino conservano la seconda posizione continentale nel 2 senza: certo, in previsione olimpica, vanno tenute d’occhio sia l’affermazione della Serbia sia l’avvicinamento della Romania ma il fatto che questa finale non soddisfi pienamente nemmeno gli azzurri iridati 2017 in questa specialità è il segnale della giusta mentalità con cui si affrontano le sfide titaniche. La sazietà non è una sensazione che appartiene a Matteo e Peppe. Non dà gli esiti attesi il cambio di posizione in barca tra Rambaldi e Panizza nel 4 di coppia: insieme a Venier e Gentili, dopo l’alloro europeo, questa volta è “solo” argento di fronte a un Olanda che si riprende lo scettro di specialità con un colpo in acqua più efficace nel tratto centrale del percorso. Pippo, dall’alto, certamente spronerà l’equipaggio verso la rivincita che non potrà esser presa a Sabaudia (orange presenti solo con la punta) ma direttamente a Tokyo.

Valentina Iseppi, Alessandra Montesano, Veronica Lisi e Stefania Gobbi firmano il bronzo del 4 di coppia femminile. Un risultato di base già ampiamente soddisfacente, ancor più se considerato la vicinanza alle tedesche argentate. Solo mezzo secondo di differenza, con la Cina invece padrona incontrastata.

Oggi, nel doppio Pesi Leggeri, il messaggio lanciato dall’Irlanda è davvero forte. “Per batterci a Tokyo, dovrete impegnarvi allo spasimo”. E forse oltre, se consideriamo la facilità con cui dopo i 1000 O Donovan e Mc Carty si staccano dal gruppo di testa. Impetuosi e maestosi. Pietro Ruta e Stefano Oppo sono sempre tra i migliori: questa volta, rispetto a Varese, si avvicinano moltissimo ai tedeschi (12 centesimi) ma non basta per il podio perché tra irlandesi e Germania si inserisce la “vecchia” Norvegia, apparsa in netta crescita tra batteria e finale.

Matteo Castaldo, Bruno Rosetti, Giovanni Abagnale e Marco Di Costanzo chiudono con un finale rabbioso. Quarta piazza nel 4 senza ma la loro prova, per 1500 metri, non corrisponde alle aspettative. Sesti e ampiamente staccati dalla Gran Bretagna e dalla zona podio prima di rifarsi sotto e risalire la china, complice il crollo verticale della Polonia. Chiudono quinte  Stefania Buttignon e Clara Guerra nel doppio senza mai mollare.

LETTERA DELLA FAMIGLIA MONDELLI

La famiglia Mondelli, vista l’impossibilità di rispondere singolarmente alle centinaia di messaggi che hanno ricevuto per la perdita di Filippo, ha voluto scrivere una lettera pubblica di ringraziamento.

Non ci immaginavamo tutto questo, nel bene e nel male che tutto ciò ha comportato. Ancora a metà tra realtà e fantasia, con queste parole desideriamo restituire almeno una parte della vicinanza che abbiamo sentito stretta attorno a Filippo e a noi.
È impossibile rispondere a tutti senza dimenticare qualcuno, ma allo stesso tempo è impossibile dimenticare ogni pensiero, ogni parola, ogni gesto che non solo in questi giorni, ma da molto tempo, abbiamo ricevuto e continuiamo a ricevere.
Filippo in questi mesi non è mai stato lasciato solo: dai compagni di barca agli amici d’infanzia, dagli allenatori ai dirigenti, dai colleghi ai superiori, dai medici agli infermieri ai fisioterapisti di Como e Bologna, da chi l’ha conosciuto di sfuggita a chi l’ha compreso nel profondo. Non solo in paese, ma da ogni parte d’Italia. Sono stati sentimenti veri, parole sincere, espressione di quello che lui era, speranze convinte, aiuti concreti.
Curiosità e banalità non hanno avuto la minima voce nel silenzio che è risuonato autentico nell’ora più dura.
Filippo si è sempre sudato tutto, forse anche questo momento. Ha smesso di soffrire, ma non possiamo dire che ora sia felice lassù. Lui era felice qui, aveva ancora tante cose da portare a termine, tante da inventare, tante da sudare sì, ancora, ma altrettante di cui essere soddisfatto. Perché lui è sempre stato soddisfatto dei suoi traguardi, che fossero le Olimpiadi o le sue galline.
Sentire tanto affetto attorno a noi, come avere tante piccole grandi famiglie pronte a sorreggerci, rende possibile pensare a un domani. Proprio pensando al domani di altri ragazzi come Filippo, vogliamo che ogni gesto in suo ricordo sia convogliato in qualcosa di concreto, non in struggenti manifestazioni di rimpianto. C’è bisogno ancora di tanta ricerca per evitare che questa malattia così particolare ci strappi qualcun altro, per questo vi abbiamo chiesto di trasformare ogni lacrima, ogni fiore, ogni annuncio in fondi a sostegno di Beat It Indoor Rowing Onlus.
Nel ringraziarvi dunque, uno per uno, sappiamo che Filippo lascerà in ciascuno di voi un segno tanto profondo quanto quelle fatiche e quelle soddisfazioni che sono così ben riassunte in questa foto, una delle sue preferite.
Monica, Guido ed Elisa

Per donazioni a Beat It Indoor Rowing Onlus
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